Isde Italia è fra le oltre 200 organizzazioni europee che hanno sottoscritto la Dichiarazione congiunta sulla deregolamentazione dei Nuovi OGM organismi geneticamente modificati.
I Paesi europei stanno discutendo una nuova proposta di legge di ampia portata sugli organismi geneticamente modificati (OGM). Essa riguarda le colture e le piante selvatiche prodotte con nuove tecniche di modificazione genetica (NGT). Queste piante OGM sono conosciute anche come “nuovi OGM” o “OGM-NGT” e saranno per lo più coperti da brevetti, così come i “vecchi OGM”.
La proposta aumenterà il controllo che una manciata di aziende esercita sugli agricoltori e limiterà la libertà di circolazione del materiale genetico per i selezionatori e gli agricoltori. Rappresenta una grave minaccia per l’attività dei piccoli e medi breeders e contadini europei e per i settori biologico e OGM-free. La proposta di regolamento esclude i nuovi OGM dall’attuale legislazione UE sugli OGM. In particolare, esclude la maggior parte di essi dai controlli di sicurezza, consentendone il rilascio deliberato in natura e la presenza nella catena alimentare senza alcuna valutazione dei rischi per l’ambiente o la salute umana. La proposta esclude inoltre che la maggior parte dei nuovi OGM venga monitorata dopo l’emissione, necessaria nel caso in cui si verifichino problemi per i consumatori o per l’ambiente che non sono stati rilevati durante la valutazione del rischio.
Scienziati indipendenti e agenzie nazionali di Francia, Germania e Austria avvertono che i nuovi OGM potrebbero comportare rischi per la natura (ad esempio, interazioni modificate con gli impollinatori) e per la salute (ad esempio, allergenicità o tossicità). La proposta eliminerà anche la libertà di scelta per i produttori e i cittadini, perché la maggior parte dei nuovi OGM non sarà più rintracciabile ed etichettata nei prodotti alimentari. Questa deregolamentazione dei nuovi OGM avrà un impatto socioeconomico significativo su agricoltori, selezionatori e altri attori della filiera alimentare, ma non sarà considerata in una valutazione del rischio come dovrebbe.
La deregolamentazione dei nuovi OGM causerà problemi a contadini e breeders, come spiegato nell’allegato sottostante. Questi problemi includono la biopirateria dovuta alla privatizzazione delle sementi, l’aumento del rischio di azioni legali da parte dell’industria tramite denunce per violazione dei brevetti, l’onere amministrativo dovuto all’incertezza giuridica (costante vigilanza legale per evitare denunce), l’aumento dei costi di produzione, il rischio di perdere la propria attività, la riduzione della varietà delle sementi – che invece è necessaria agli agricoltori per adattarsi agli effetti del cambiamento climatico – e l’aumento della vulnerabilità delle piante a parassiti e malattie. La proposta rappresenta inoltre una minaccia per i diritti esistenti degli agricoltori di conservare, utilizzare, riutilizzare e scambiare le proprie sementi e per i piccoli e medi selezionatori, e potrebbe anche violare i diritti degli agricoltori biologici e di quelli OGM-free.
Le promesse di sostenibilità delle nuove piante geneticamente modificate sono ipotetiche, dato che nell’ultimo decennio pochissimi nuovi OGM hanno raggiunto il mercato. Tra questi, ci sono già esempi di fallimenti. Per quanto riguarda i benefici per la società, come l’adattamento ai cambiamenti climatici con una maggiore resistenza alla siccità, la ricerca è in corso da tempo su OGM vecchi e nuovi, ma finora senza successo. D’altra parte, la selezione effettuata dagli agricoltori nei loro campi e dai selezionatori di piccole e medie dimensioni offre già un adattamento a stress come la siccità (che si prevede aumenterà con il riscaldamento globale) e soluzioni adatte alle specifiche condizioni e sistemi agricoli locali. Ad esempio, i programmi di selezione biologica ad alta intensità di conoscenza offrono varietà innovative e di successo, con colture più resistenti, adattate ai principi e alle condizioni specifiche dell’agricoltura biologica.
Un prodotto o un sistema di produzione non può essere dichiarato “sostenibile” solo sulla base di una determinata varietà vegetale o di un tratto (cioè una caratteristica della pianta). Inoltre, gran parte della ricerca in corso sugli OGM non è finalizzata a raggiungere la sostenibilità o a portare benefici alla società, ma è orientata al consumo o all’industria. Le organizzazioni firmatarie, che rappresentano gli agricoltori e i piccoli e medi breeders europei, il settore alimentare e la società civile, sono profondamente preoccupate per i tentativi di affrettare un accordo in seno al Consiglio e i negoziati tra il Consiglio e il Parlamento, alla luce dei rischi potenziali dei nuovi OGM per la salute umana e la natura e delle numerose questioni irrisolte sul tavolo. Ci riferiamo ai brevetti, ai metodi di identificazione e rilevamento, al prezzo delle sementi, alla loro diversità, alla coesistenza, agli impatti socioeconomici negativi e al rischio di un ulteriore controllo corporativop della filiera alimentare. Siamo molto preoccupati che le soluzioni proposte dal Parlamento europeo e dalle Presidenze del Consiglio belga e polacca sui brevetti non risolvano il problema.
Chiediamo ai Paesi europei di proteggere i loro agricoltori e selezionatori, nonché i cittadini e l’ambiente. Tutti i nuovi OGM devono essere sottoposti a una valutazione dei rischi e a metodi di monitoraggio, identificazione e rilevamento, nonché a tracciabilità ed etichettatura lungo la filiera. I Paesi devono essere in grado di vietarne o limitarne la coltivazione sul proprio territorio. Chiediamo di fermare la deregolamentazione delle nuove piante geneticamente modificate.
Testo integrale Dichiarazione