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Le Pfas sono sostanze inquinanti usate per la produzione di padelle antiaderenti, giubbotti in gore-tex, imballaggi. Per l’Oms sono adesso “sicuramente” cancerogene. In Italia 1.600 siti contaminati, in Veneto tre province “zona rossa”. L’Ue sta studiando restrizioni Pfas, ovvero “il nuovo amianto”. Alcune sostanze Pfas (perfluoro alchiniche), usate per la produzione di padelle antiaderenti, giubbotti in gore-tex, imballaggi, schiume per gli estintori e dispositivi industriali, passano da “possibilmente” cancerogene a “sicuramente” cancerogene. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms, lo scorso 30 novembre ha completato la revisione della cancerogenicità per l’uomo dell’acido perfluorottanoico (Pfoa) e dell’acido perfluorottansulfonico (Pfos). Sono due sostanze che appartengono alla famiglia delle Pfas. Il Pfoa è ora considerato ufficialmente un cancerogeno certo per l’uomo ed è stato posto nella categoria 1, ovvero le sostanze ritenute sicuramente cancerogene per l’uomo. In precedenza, il Pfoa era classificato come possibilmente cancerogeno per l’uomo (categoria 2b). In questa categoria la Iarc ha invece inserito per la prima volta il Pfos.

In Sicilia sostanze Pfas censiti 35 siti contaminati

L’associazione italiana medici per l’ambiente (Isde) ha condotto l’unico studio finora esistente sulle Pfas in Veneto. Pubblicato su una rivista specializzata internazionale, evidenzia un eccesso di mortalità per cause tumorali e altre malattie croniche nella popolazione esposta. Inoltre, è in corso di completamento uno studio sulla fertilità maschile nei giovani maschi esposti in Veneto. In Sicilia l’inchiesta di Le Monde ha permesso di censire 35 siti in cui è stata accertata o è presunta la contaminazione da Pfas. La Regione ha inserito la ricerca delle sostanze contaminanti Pfas nel proprio “Piano di controllo ufficiale di contaminanti e tossine vegetali naturali negli alimenti” valido dal 2023 al 2027. Arpa Sicilia a partire dal 2018 ha inserito il controllo di 16 sostanze Pfas dal 2018 nei monitoraggi annuali delle acque sotterranee. L’Agenzia regionale sottolinea che queste sostanze “da una parte hanno un largo utilizzo in ambito industriale e commerciale, dall’altra hanno determinato un’ampia diffusione nell’ambiente ed in particolare nelle acque, dove mostrano caratteristiche di persistenza ed, in alcuni casi, di bioaccumulabilità e di tossicità“.

fonte: Focusicilia