il quinto incontro del Comitato Intergovernativo di Negoziazione delle Nazioni Unite (INC-5), tenutosi a Busan, Corea del Sud, che mirava a finalizzare un trattato globale legalmente vincolante per ridurre l’inquinamento da plastica, si è concluso senza un accordo.
Oltre 100 nazioni, guidate da Panama, hanno sostenuto l’introduzione di limiti alla produzione di plastica per affrontare efficacemente la crisi ambientale. Al contrario, un gruppo ristretto di grandi produttori di petrolio, tra cui Arabia Saudita e Russia, si è opposto a tali restrizioni, preferendo focalizzarsi in maniera strumentale sulla gestione dei rifiuti plastici.
85 paesi – fra cui l’Italia hanno sottoscritto la dichiarazione “Stand up for Ambition”.
I negoziati continueranno nel 2025, ma la data e il luogo non sono ancora stati decisi.
Christina Dixon, responsabile della campagna per gli oceani dell’Environmental Investigation Agency (EIA): “A Busan abbiamo esaurito il tempo a disposizione per approdare a un trattato globale sulla plastica e alla fine non siamo stati all’altezza del mandato e dell’opportunità che ci è stata data. Questi negoziati sono stati bloccati dalle industrie della plastica e dai Paesi a loro allineati, che non hanno alcuna intenzione di affrontare l’inquinamento da plastica o di lasciare che altri lo facciano. Di fronte a questo ostruzionismo, grandi gruppi di Paesi diversi hanno lanciato appelli per un trattato ambizioso. Abbiamo conquistato i cuori e le menti della maggioranza del mondo e continueremo a lottare in solidarietà con chi cerca soluzioni reali per porre fine ai danni dell’inquinamento da plastica”.
Hugo Schally, Consigliere per i negoziati internazionali, Direttore generale per l’ambiente, Commissione europea: “L’UE è delusa dal risultato di INC-5: non abbiamo ottenuto ciò per cui siamo venuti qui: un trattato legalmente vincolante con un’azione decisiva contro l’inquinamento da plastica, un trattato che porta un cambiamento concreto per la natura e l’ambiente marino e per tutte le persone di tutto il mondo. Abbiamo bisogno di queste misure, oltre alla gestione dei rifiuti e a una giusta quota del settore privato attraverso l’estensione della responsabilità dei produttori. Questo è il minimo indispensabile che può avere un impatto e che possiamo accettare. (…) Ma ci sentiamo incoraggiati e responsabilizzati da un numero crescente di paesi che condividono le stesse ambizioni – e il numero di paesi continua a crescere. L’UE è stata e continuerà ad essere una forza trainante per un accordo ambizioso. Lavoreremo ulteriormente in buona fede con gli altri per fare un salto verso la fine dell’inquinamento da plastica.”
La campagna ISDE Italia per la prevenzione dei danni da plastica alla salute