Skip to main content

Il numero di febbraio 2023 della Rivista medico-scientifica dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Arezzo “Il Cesalpino”, ospita vari articoli da parte di medici di ISDE. Vediamo in dettaglio quali contributi sono presenti:

Qualità dell’ambiente, longevità e invecchiamento in salute

Agostino di Ciaula (Comitato scientifico ISDE) parla di “Qualità dell’ambiente, longevità e invecchiamento in salute”

Il numero di anziani è in rapido aumento, come anche l’incidenza di numerose malattie non trasmissibili. La durata della vita e la durata della vita in salute non sono tra loro correlate e la longevità si associa ad un progressivo incremento della vulnerabilità individuale e della morbilità. La durata di vita trascorsa in assenza di patologie croniche influenza in maniera considerevole la sostenibilità dei sistemi sanitari e le possibilità di invecchiamento in salute sono strettamente legate alla salubrità dell’ambiente, alla presenza di iniquità e disuguaglianze socio-economiche in grado di aumentare la vulnerabilità individuale. Complesse relazioni tra fattori ambientali e socio-economici, malattie trasmissibili e non trasmissibili generano o accelerano il rischio di disabilità. Vivere in un ambiente insalubre contribuisce a un rapido e precoce declino fisico e cognitivo negli anziani. Inoltre, l’esposizione acuta e cronica ad inquinanti genera malattie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche e neurologiche attraverso effetti diretti e meccanismi epigenetici che influenzano negativamente l’età biologica. Al contrario, una sana alimentazione/stile di vita, unitamente ad un ambiente salubre, possono contrastare gli effetti negativi dei fattori di stress ambientale, con rilevanti implicazioni in termini di prevenzione primaria e secondaria.

Prescrizioni verdi

P.F. Piras, G. Barbiero, S. Pinna, R. Fiordiponti, A. Lorenzoni, C.A. Carloni, V. A. Polito, Roberto Romizi (Presidente ISDE), B. Schirone parlano di “Prescrizioni verdi”.

La sempre più rapida diffusione e gravità di malattie infettive e di quelle cronico degenerative ha evidenziato la strettissima correlazione tra salute umana e alterazioni ambientali provocate dalle attività antropiche, metten- do contemporaneamente in crisi tutti i Sistemi Sanitari. Ciò ha riattualizzato il concetto di Sindemia, che considera come determinanti di salute le interazioni biologiche, ambientali, sociali ed economiche della popolazione e le politiche sanitarie che la coinvolgono, e quello di salute olistica di One Health. Tali approcci richiedono necessariamente prospettive interdisciplinari dove ciascuna disciplina si integra con le altre per affrontare la complessità dei sistemi sui quali si deve intervenire. Il settore sanitario, che mira a tutelare la salute, è paradossalmente allo stesso tempo uno dei principali emettitori degli inquinanti ambientali che hanno un impatto negativo sulla salute uma- na mentre, nell’ultimo decennio, la do- manda di assistenza sanitaria “verde” risulta in progressivo aumento. Tutta- via, lo sviluppo “verde” e sostenibile del settore sanitario è un fenomeno altamente complesso, integrato e interconnesso, che richiede una leadership clinica ma anche una struttura concettuale e competenze pratiche ancora rare tra gli operatori sanitari, evidenziando l’urgenza di incorporare nella formazione e nella pratica i principi e le tecniche di sostenibilità. Il minor impatto ambientale del settore sanitario, oltre a privilegiare le catene di produzione sostenibili negli ambiti diagnostici e terapeutici, deve puntare sulla prevenzione delle malattie e sulla prescrizione di interventi efficaci integrativi o alternativi a quella farmacologica. Tra questi sono di particolare importanza gli interventi basati sulla Natura che tuttavia possono avere effetti altrettanto negativi se affrontati in modo opportunistico o unilaterale.

Salute del pianeta: la sfida del medico nel terzo millennio.
La responsabilità del medico: prima di tutto un problema di etica

Gianfranco Porcile e Giuseppe Miserotti (ISDE) hanno parlato di “Salute del pianeta: la sfida del medico nel terzo millennio. La responsabilità del medico: prima di tutto un problema di etica”.

La professione del medico si è definita sino al giorno d’oggi con parole d’ordine del tipo: scienza, coscienza, competenza, professionalità, umanità. Con gli anni 2000 il ruolo del medico deve impegnarsi anche in ambiti quali: visione sistemica, etica, responsabilità, tutela dell’ambiente, salute globale. Come tutti gli uomini, anche il medico nella sua professione deve tener conto della sua impronta ecologica, anche nell’ottica della responsabilità nei riguardi dell’ecosfera e delle generazioni future. L’impegno nel campo della diagnosi e della terapia deve allargarsi a nuovi campi di azione: dalla prevenzione alla appropriatezza, dalla lotta all’inquinamento alla mitigazione dei cambiamenti climatici. E’ una sfida irrinunciabile ed urgente. Un impegno che è prima di tutto un problema di Etica.

La mortalità per tumore in Italia correla con l’inquinamento ambientale, mentre gli stili di vita sono poco influenti.

Ruggero Ridolfi (Coordinatore ISDE Forlì-Cesena) parla de “La mortalità per tumore in Italia correla con l’inquinamento ambientale, mentre gli stili di vita sono poco influenti.”

Avvalendosi dell’intelligenza artificiale, uno studio condotto dalle Università di Bologna e Bari e dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ha correlato i dati della mortalità per tumore nelle Regioni e Province Italiane con variabili socio-economiche e con numerose tipologie di inquinamento ambientale. Sono stati presi in considerazione 23 tipi di cancro, 7 variabili sociali associate a “stili di vita” e 35 fonti di inquinamento. La più alta percentuale di mortalità per cancro si è registrata dove è maggiore l’inquinamento an- che se in quella stessa area gli “stili di vita” sono più salubri. La cattiva qualità dell’aria è la prima causa di mortalità per tumori, segue la vicinanza ai siti da bonificare, alle aree con elevata densità di veicoli a motore ed alle aree intensamente coltivate. Se il vivere in aree inquinate comporta un aumento di mortalità per tumori, annullando gli eventuali benefici derivanti da stili di vita “sana”, occorre prevedere nuove e diverse priorità da attuare ed incentivare per la Prevenzione Primaria del Cancro. Finanziare e rendere effettivamente operativa la legge del 12 marzo 2019 che ha istituito la Rete Nazionale dei Registri Tumori e l’introduzione del Referto Epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione su tutto il territorio italiano, potrebbe essere un buon inizio.