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Una persona su otto dichiara al medico di sentirsi “sempre stanca” e, secondo gli esperti, la causa potrebbe essere sorprendente: l’arredamento della casa e la scelta degli arredi. L’allarme è stato lanciato di recente dal DailyMail – ripreso dal Fatto quotidiano – che evidenzia numerose prove che dimostrano l’esistenza di una sindrome detta “dell’edificio malato”: una serie di sintomi, dalla stanchezza al naso che cola, vengono scatenati dal fatto di trovarsi in un determinato edificio. Altri problemi comuni legati alla sindrome dell’edificio malato includono secchezza oculare, mal di testa e mal di gola, che migliorano quando la persona lascia un determinato luogo abitativo. Tra le cause rientrano una scarsa ventilazione, inquinanti atmosferici emessi da tappeti, mobili e prodotti per la pulizia, muffa o umidità, illuminazione o riscaldamento inadeguati.

Il fenomeno del “sick building syndrome”(sindrome dell’edificio malato) è da decenni oggetto di studio nella letteratura scientifica, e riguarda una serie di disturbi, come cefalea, irritazioni oculari, affaticamento, difficoltà respiratorie, senso di malessere generale – la dottoressa Maria Teresa Maurello, medico di salute pubblica e dirigente nazionale di ISDE Italia – Medici per l’ambiente – spiega che si manifestano in modo ricorrente negli occupanti di edifici con specifiche caratteristiche ambientali sfavorevoli.

“Le principali fonti di rischio comprendono inquinanti chimici (composti organici volatili – i VOC – emessi da vernici, moquette, mobili e detergenti), contaminanti biologici (muffe, batteri, pollini), scarsa ventilazione, illuminazione inadeguata (in particolare l’uso eccessivo di luci LED a temperatura fredda), rumore e microclima sbilanciato. Numerosi studi, tra cui quelli pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2009) e da istituzioni come l’EPA statunitense, hanno confermato il legame tra qualità dell’aria indoor e salute fisica e mentale. Un’aria interna che può risultare fino a cinque volte più inquinata di quella esterna e determinare un aumento del rischio di allergie, asma, infezioni respiratorie e disturbi cognitivi, soprattutto nei bambini e negli anziani”.

L’EPHA (Alleanza Europea per la Salute Pubblica), in un Position Paper del 2024 (Towards better indoor air quality in the European residential context ) sollecita l’adozione di un quadro normativo che integri il controllo delle fonti di inquinamento indoor, la ventilazione (naturale e meccanica) e i limiti di concentrazione degli inquinanti più caratteristici degli ambienti confinati, sulla base di raccomandazioni dell’OMS (Forum sulla salute di Ginevra e Organizzazione mondiale della sanità, “Prima conferenza dell’OMS in Europa sull’aria indoor 2023”).

La dottoressa Maurello raccomanda innanzitutto di aerare frequentemente gli ambienti; inoltre, scegliere mobili, materiali d’arredo e detergenti a basse emissioni o certificati ecologici; evitare l’uso di profumatori sintetici; controllare l’umidità per prevenire muffe; privilegiare l’illuminazione naturale e l’uso di luci calde nelle ore serali”. Dovremmo poi fare particolare attenzione ai processi di combustione. In altre parole, sarebbe meglio privilegiare la “cottura a induzione, rispetto ai classici fornelli delle nostre cucine a gas. Un ambiente sano, ben ventilato, illuminato correttamente e libero da contaminanti invisibili è essenziale per proteggere la salute a tutte le età nei vari ambienti di vita, soprattutto in un’epoca in cui si trascorre fino al 90% del tempo in spazi chiusi”.