ISDE Italia ha scritto ai Presidenti di ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani – e di Federsanità ANCI Regionali, mentre le sezioni locali dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente la invieranno ai Comuni delle proprie realtà.
La Legge, per quanto concerne le infrastrutture radioelettriche, riconosce ai Comuni la facoltà di “adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”, con particolare riferimento ai c.d. “siti sensibili individuati in modo specifico”.
Per contro la maggior parte dei Comuni italiani non è, attualmente, dotata di un regolamento comunale, né di un “piano antenne” che ne può rappresentare un allegato tecnico in cui evidenziare eventuali aree nelle quali evitare di inserire nuovi impianti (ad esempio a causa di un campo elettromagnetico preesistente già intenso o per la presenza di siti sensibili quali strutture sanitarie, assistenziali o scolastiche) ed eventuali aree “preferenziali” in cui installare le infrastrutture per telecomunicazioni non aumenta l’esposizione di persone.
Tale regolamentazione prevede necessariamente uno studio dettagliato del territorio con una mappatura preliminare degli impianti esistenti e delle relative emissioni nonché dei valori complessivi di esposizione delle aree interessate.
Il regolamento svolge, dunque, una funzione molto importante, preliminare anche rispetto al rilascio dei pareri ambientali (da parte delle ARPA) e sanitari (da parte delle Aziende Sanitarie).
Una buona pianificazione, invece, unitamente ai pareri delle ARPA e delle ASL può utilizzare diversi strumenti per cercare di conseguire almeno un non incremento delle esposizioni attuali.
”Come Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia ci sentiamo di rivolgere quindi un appello ai Sindaci dei Comuni italiani, nella loro veste di ufficiali di Governo e massime autorità sanitarie locali, affinché tutelino nel miglior modo possibile la salute dei propri cittadini applicando il Principio di Precauzione nelle misure ancora consentite dalla normativa vigente ed evitando quello che altrimenti succederà e cioè un continuo costante aumento dell’esposizione dei cittadini ad un possibile cancerogeno. Con l’aggravante che, a differenza di altri possibili cancerogeni, qui ad essere esposta è proprio tutta la popolazione, donne, uomini, adulti, anziani, bambini, persone sane e soggetti fragili.”