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Venerdi scorso, 23 Febbraio, la rete locale TV QUI di Modena ha invitato alcuni relatori per discutere sull’emergenza ambientale e sanitaria dovuta ai continui superamenti dei limiti di legge per le Pm10 nella pianura Padana. Erano presenti Prof. Mauro Solmi di Legambiente,  Sabina Piccinini Ass. Amb S. Cesario, Prof Franco Battaglia, Unimore e il Dott, Paolo Lauriola di ISDE Modena e coordinatore della rete RIMSA. In Italia, la cattiva qualità dell’aria è responsabile di oltre 70.000 morti premature per il Pm2.5 e oltre 30.000 per l’NO2. Le morti premature in Italia rappresentano 1/5 della mortalità totale in Europa. Una situazione che impone azioni decise e urgenti per proteggere la popolazione. Modena è una delle situazioni peggiori in Emilia Romagna. 

Il Dott Lauriola in questo contesto ha sollevato il problema della Direttiva UE (approvata il 20 Febbraio 2023 nella riunione Tripartita Commissione, Consiglio Parlamento UE) sui nuovi limiti di qualità dell’aria che prevede due deroghe: dal 1° gennaio 2030 al 1°gennaio 2040 per le zone in cui il rispetto dei nuovi valori limite risulterebbe “irrealizzabile a causa di specifiche condizioni climatiche e orografiche», oppure dove le «necessarie riduzioni possono essere ottenute solo con un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento domestico»; dal 1°gennaio 2030 al 1° gennaio 2035 – con possibilità di proroga di altri due anni –«se le proiezioni mostrano che i nuovi valori limite non possono essere raggiunti entro i termini stabiliti».

La norma non è però ancora entrata in vigore: l’accordo raggiunto martedì 20 Febbraio è di natura provvisoria. Significa che il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo, dopo la stretta di mano del 20 febbraio, devono ancora confermare il contenuto della direttiva. Quest’ultima dovrà poi affrontare la fase della procedura formale di adozione. Nel momento in cui entrerà ufficialmente in vigore, gli Stati membri dell’Ue saranno obbligati a rispettare i vincoli imposti dal testo. Tutto ciò nell’ottica dell’obiettivo «inquinamento zero» entro il 2050 promosso dalla Commissione europea.

Occorre quindi impegnarsi perché tutti, in primo luogo i cittadini, manifestino la loro preoccupazione per la salute di stessi e dei propri figli e nipoti. Se una cosa la pandemia COVID-19 ci ha insegnato è che con la Scienza quando si esprime con vigore, non può essere presa alla leggera, e sulla qualità dell’aria ormai le evidenze sono incontestabili. Occorre adottare al più presto, senza alcun ritardo. le indicazioni dell’OMS verso cui la normativa europea si ispira. Di ambiente ne abbiamo uno, di aria ne abbiamo una e soprattutto di vita ne abbiamo una sola e ne abbiamo bisogno….come l’ossigeno, verrebbe da dire.