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Nel secolo scorso, per convalidare la rilevanza fisiologica dei risultati in vitro, i revisori di articoli scientifici e progetti da sovvenzionare, richiedevano sempre dati sperimentali ottenuti dagli studi sugli animali. Allo stesso tempo, i ricercatori farmaceutici e le agenzie di regolamentazione riconoscono che i risultati ottenuti dai modelli animali nelle fasi precliniche spesso non sono in grado di prevedere le risposte ai farmaci negli esseri umani.

Questo articolo esamina i recenti progressi nella tecnologia degli organoidi umani, degli organi su chip umani (Organs-on-a-Chip), sia con singoli Organ- on-a-Chip che con più organi collegati tra loro al circuito microfluidico, ovvero il corpo umano su chip (Body-on-a-Chip).

Questi sistemi dimostrano la loro capacità di ricapitolare la fisiologia umana e gli stati patologici, nonché le risposte ai farmaci dei pazienti umani, con maggiore fedeltà rispetto ad altri modelli in vitro e agli studi sugli animali.

Questi risultati sollevano la questione se sia etico e scientificamente sensato continuare a richiedere i risultati dei test sugli animali per la pubblicazione di articoli scientifici o la concessione di finanziamenti, e se modelli su chip, più rilevanti dal punto di vista fisiologico potrebbero servire meglio a questo scopo. Il presente articolo affronta questo problema nel contesto storico del campo di ricerca e vengono discussi vantaggi e svantaggi degli Organs-on-a-Chip rispetto ai modelli animali. Il tutto dovrebbe essere considerato dall’intera comunità scientifica e di ricercatori.