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Sul Quotidiano Sanità è stata pubblicata questa lettera di Domenico Taruscio, Presidente del Centro KOS, sul workshop “Vivere e lavorare in ambienti salubri: aria indoor, materiali da costruzioni, arredi” al quale hanno preso parte Paolo Lauriola (Presidente Isde Modena) e Alberto Mantovani (Comitato Scientifico ISDE Italia).


Gentile Direttore,
lo scorso 30 settembre il Centro Studi KOS – Scienza, Arte, Società ha organizzato il Workshop online “Vivere e lavorare in ambienti salubri: aria indoor, materiali da costruzioni, arredi” per richiamare l’attenzione, valutare le evidenze e discutere prospettive future riguardo gli impatti sulla salute e benessere umano della qualità degli ambienti indoor in cui la maggioranza di noi trascorre gran parte della propria esistenza.

Il gruppo interdisciplinare di esperti, provenienti da strutture pubbliche e private, ha evidenziato la complessità dell’ambiente indoor cui contribuiscono numerose componenti: aria e particolato, arredi e loro additivi e conservanti (ad es. biocidi e fungicidi nel legno), materiale da costruzione (ad es. cemento, vernici), microclimi, ecc. Ognuna di queste componenti è associata a specifici fattori di rischio: sostanze chimiche, agenti biologici, allergeni. L’aria indoor può, pertanto, contenere più inquinanti di quella esterna; soprattutto è elevata la quantità di tempo trascorso dalle persone all’interno di ambienti confinati, rappresentati dall’abitazione ma anche dall’ufficio, la palestra, la scuola e in generale tutti i luoghi chiusi dove trascorriamo gran parte della nostra esistenza,

Manca ancora, però, una caratterizzazione dei fattori prioritari, che possa essere concretamente utilizzata per azioni di prevenzione e promozione della salute. La via di esposizione principale ai fattori di rischio è certamente quella inalatoria, con un effetto diretto -e consolidato dalle evidenze scientifiche- sull’aumento del rischio di patologie respiratorie, infettive e non, quali la broncopneumopatia cronica ostruttiva, nonché di patologie cardiovascolari, incluso l’ictus. Inoltre, l’inalazione può dare luogo anche ad una esposizione sistemica con effetti su altri organi e tessuti, da considerare – ad esempio – nel caso di interferenti endocrini come ftalati, bisfenoli o ritardanti di fiamma bromurati. Infine, l’inquinamento indoor può anche dare luogo ad esposizione per via cutanea e orale, soprattutto per i bambini che hanno molti più contatti con pareti e pavimenti e hanno un frequente contatto mano-bocca. I possibili effetti sistemici sull’età evolutiva associati dalla letteratura scientifica all’inquinamento indoor comprendono l’aumentato rischio di basso peso alla nascita, obesità e disturbi dello sviluppo neurocomportamentale.

Ma è importante l’impatto sulla salute dell’inquinamento indoor? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) oltre 7 milioni di morti all’anno a livello globale sono legate al solo inquinamento atmosferico (outdoor e indoor). Sempre secondo l’OMS l’inquinamento indoor è ritenuto responsabile di circa il 4% del carico globale di malattia nel mondo.

Nei paesi industrializzati l’impatto dell’inquinamento è certamente proporzionale alla qualità del contesto di vita, e quindi anche allo status socio-economico. Fattori importanti sono la scarsa ventilazione e l’umidità (a loro volta associate anche alla densità abitativa) che aumentano la polvere domestica nonché il rischio di contaminazione virale, batterica e fungina, la presenza di arredi e materiali da costruzione basati su tecnologie superate ed inquinanti, ivi compreso l’uso di sostanze (biocidi, idrorepellenti, solventi, etc.) contenenti sostanze identificate come “altamente preoccupanti” dal programma europeo sulle sostanze chimiche REACH (ad esempio, sostanze cancerogene come la formaldeide). Un esempio sono i combustibili inquinanti per la cottura dei cibi, un fattore di grande importanza per l’inquinamento indoor nei paesi a basso e medio reddito, interessando -ad esempio- l’83% della popolazione nella Regione Africana dell’OMS; tuttavia, anche nella Regione Europea dell’OMS il 6% della popolazione -vale a dire più di una persona su 20- è esposta a cotture dei cibi fortemente inquinanti. Le diffuse cucine a gas sono un fattore di rischio per l’aumento di concentrazione nell’aria indoor di biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), nonché -soprattutto nel caso di cibi ricchi di grassi- del particolato PM2,5 sono sottovalutati o non conosciuti dai cittadini. In generale, i rischi derivanti dall’uso sconsiderato (anche saltuario) di sostanze chimiche e dalla cottura dei cibi senza tener conto delle emissioni dei combustili sono maggiori ove mancano informazioni e/o in presenza di disagio sociale e abitativo.

Nel 2014, l’OMS ha emesso le prime linee guida relative a combustibili puliti e tecnologie per la cottura, il riscaldamento e l’illuminazione domestica. Purtroppo, la frequente inadeguatezza di informazione e conoscenze continua a pesare, facendo sì che la salubrità degli ambienti indoor continui a ricevere una limitata attenzione delle Agenzie di sanità pubblica e dei decisori politici su questo tema.

Il gruppo di esperti che ha contribuito al Workshop organizzato dal Centro Studi KOS ha sottolineato che è possibile attuare – qui e ora – azioni e strategie per migliorare la salubrità degli ambienti indoor, in particolare:

  • In primo luogo il coinvolgimento dei cittadini attraverso l’informazione su semplici e praticabili azioni correttive, quali ad esempio • Ridurre al minimo l’accensione di caminetti. • Utilizzare sempre le cappe aspiranti mentre si cucina per evitare fumi e vapore • Sostituire regolarmente i filtri dei sistemi di ventilazione meccanica controllata e dei climatizzatori.
  • Aggiornamento periodico, a livello regionale e nazionale dei dati di inquinamento indoor, con particolare attenzione agli inquinanti con specifiche caratteristiche preoccupanti.
  • Incentivare la ricerca epidemiologica e clinica sugli effetti dell’inquinamento indoor, incrementando le casistiche nazionali e dando attenzione alle vulnerabilità legate all’età e al genere.
  • Formazione a partire dai corsi di laurea, per i medici e altre professionalità sanitarie (es. tecnici della prevenzione) e non sanitarie (es. ingegneria, architettura) sulla tematica dell’ambiente e dell’inquinamento: genesi, entità e modalità degli effetti dell’ambiente sulla salute, determinanti ambientali, biologici, sociali, culturali e loro interazioni.
  • Valorizzare il ruolo di medici e pediatri di famiglia: questi possono giocare un ruolo cruciale come interpreti e “operatori” di sensibilità, conoscenza ed azioni che mettano in relazione le problematiche globali e le azioni locali.

Accanto ai medici e pediatri di famiglia è necessario coinvolgere altre figure professionali per raggiugere il più ampio numero di persone e categorie quali farmacisti, insegnanti, mediatori culturali, tecnici edili (geometri, ingegneri, architetti, ecc.), amministratori di condominio, nonché le organizzazioni civiche. Importante è il coinvolgimento della Scuola per raggiungere le nuove generazioni.

  • Medici sentinella che, con un’attenta osservazione dei propri assistiti e del contesto ambientale in cui vivono, possono fornire informazioni regolari e standardizzate per organizzare interventi tempestivi e una più puntuale ed efficace azione preventiva.
  • Favorire il rapporto fra le reti sanitarie territoriali (Dipartimenti di prevenzione delle ASL) in tema di ambiente e salute con un’offerta clinica integrata (Rete Ospedaliera, Cure primarie) nel campo dell’osservazione delle patologie di origine ambientale.
  • Task force permanente a livello nazionale con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, comprese le organizzazioni civiche, nella promozione e tutela della salute per il controllo epidemiologico e azioni tempestive. Realizzare esperienze formative specifiche, basate sulle esigenze locali, ma aperte anche a tematiche globali.
  • In un’ottica di “salute in tutte le politiche” sono dirimenti gli interventi preventivi e correttivi come la riqualificazione di immobili ed aree utilizzate e non, inquinate, implementazione dell’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare (pubblico e privato), scelte innovative anche nella selezione dei materiali, rinaturalizzazione ed incentivazione all’inverdimento delle superfici di abitazioni, scuole e luoghi di lavoro.
  • In generale anche sull’inquinamento indoor è importante l’approccio One Health (Salute Unica) che, attraverso il coinvolgimento di discipline e competenze diverse mira alla tutela integrata della salute degli esseri umani, degli altri esseri viventi e dell’ambiente.

Queste azioni sono coerenti con l’Agenda 2023 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile ed in particolare con gli obiettivi di affrontare le disuguaglianze, anche in tema di salute, e mitigare i cambiamenti climatici e i loro effetti.

Il Centro Studi KOS – Scienza, Arte, Società nasce dall’incontro di esperienze, competenze e saperi diversi per contribuire alla realizzazione del concetto di salute come benessere psico-fisico e sociale, in accordo con gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e sviluppando coerentemente l’approccio integrato ed inclusivo della One Health – Salute Unica

Domenica Taruscio Presidente del Centro Studi KOS – Scienze, Arte, Società

Gruppo di esperti coinvolti:

Rino Agostiniani, Società Italiana di Pediatria

Leonello Attias, Istituto Superiore di Sanità

Elena Bozzola, Società Italiana di Pediatria

Paolo Carrer, Università degli Studi di Milano e Direttore U.O. Medicina del Lavoro dell’ASST Fatebenefratelli Sacco

Paolo Lauriola, Referente scientifico della Rete Medici Sentinella per l’Ambiente di ISDE e FNOMCeO

Alberto Mantovani, Membro del Technical Advisory Group “One Health” – WHO Europe, Centro Studi KOS – Science, Art, Society

Agostino Macrì, Unione Nazionale Consumatori

Tiziana Nicoletti, Cittadinanzattiva

Gaetano Settimo, Istituto Superiore di Sanità, Presidente della Società Italiana Indoor Air Quality

Giovanni Taruscio, Consulente e progettista in bioedilizia, Centro Studi KOS – Science, Art, Society

Domenica TaruscioPresidente del Centro Studi KOS – Science, Art, Society

Francesco Saverio Violante, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna e Direttore del Programma di ricerca su Lavoro e salute (Protocollo d’Intesa tra Regione Emilia-Romagna e Università di Bologna)