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Come noto, vi è stata la presentazione della Valutazione di Impatto Sanitaria per la cartiera di Mantova, effettuata dalla ATS ed abbiamo appreso dalla Gazzetta di Mantova del 20 marzo scorso che non si tratta di una VIS consueta, bensì di uno studio effettuato su incarico del comune di Mantova ” senza vincoli procedimentali”: attendiamo comunque di poter leggere ed esaminare la relazione completa.

Ci ha colpito  la conclusione della relazione del Dott. Paolo Ricci, quando si è spinto a considerare i vantaggi economici i quali, a fronte di un impatto importante dell’insediamento industriale in esame,  compensano, a suo parere, i danni alla salute delle persone residenti in zona, perché la povertà determina un decremento della qualità della vita e quindi anche della salute.

In realtà, l’atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità, studiate per livello di istruzione, ha messo in evidenza importanti differenze geografiche nella mortalità, con un impatto più significativo nelle regioni più povere del Sud.

Non crediamo però che la nostra zona, per fortuna, sia da comprendere tra i territori dove le discrepanze economiche siano così incisive, comunque un centinaio di posti di lavoro ( di persone che abitano anche in zone non limitrofe) non può valere la salute e la qualità della vita dei 77515 cittadini interessati al problema. Queste posizioni, già  presenti dagli anni 70 in poi, hanno contribuito al disastro ambientale del nostro territorio, dove insediamenti industriali hanno potuto sfruttare all’estremo l’ambiente per poi andarsene, licenziando tutti e buonanotte al secchio.

Non crediamo che la struttura sanitaria pubblica debba sbilanciarsi in queste prese di posizione, soprattutto quando il suo direttore generale Dott. Salvatore Mannino, epidemiologo a sua volta, si è reso garante dell’imparzialità e della scientificità del lavoro svolto.

L’inquinamento di fondo, è risaputo, contribuisce grandemente al degrado della qualità di aria e gli sforzi per diminuirlo in tutta la pianura padana devono essere decisi e significativi, senza sconti per nessuno, cittadini compresi. In questo caso ritenere che sia sufficiente tendere ad un ” pareggio” dell’impatto ambientale, comprendendo la cartiera in tutta la sua complessità, sperando che le micropolveri calino nei prossimi anni per le azioni di tutti quanti nella pianura Padana, è  inaccettabile, come pure le ” compensazioni” offerte dal gruppo Progest: qualche ciclabile, qualche piantina che crescerà nei prossimi 20 anni e 150.000 Euro per le caldaie da rinnovare. Questa cifra, in genere, copre le spese della terapia con farmaci biologici per un solo paziente oncologico nel suo percorso di cura.

Pertanto impegniamoci da subito, ancora di più di quanto si sia iniziato a fare oggi, ad abbassare il livello di inquinamento dell’aria, con modifiche della gestione del quotidiano di ognuno di noi.

Questo richiede ovviamente tempo, mentre la produzione della cartiera sta già partendo ed anche l’attività di incenerimento: quindi si tratterà di una sommatoria, non un pareggio di impatti nocivi, senza trascurare che le richieste della proprietà della cartiera sono indirizzate ad un futuro aumento di produzione, riportandosi ai livelli già richiesti in precedenza ed autoridotti a cavallo della nota sentenza del TAR ed è stata mostrata una certa ” disinvoltura” nel seguire le prescrizioni di legge. 

Studi recenti ( The Lancet commission on pollution and health, 2018)  mettono in evidenza che l’inquinamento è un costo importante per la società, dato che causa il 16% di tutte le morti, incrementa fino al 7% in più la spesa sanitaria. iSDE nazionale, da sempre, si impegna perché sia invertita la cultura delle lavorazioni che prevedono la combustione e l’incenerimento dei rifiuti, proprio nell’ottica di preservazione del nostro pianeta.

L’intento è di migliorare il tessuto economico della nostra città per poi reinvestirlo in spese sanitarie?

 

 

Isde medici per l’ambiente sezione di Mantova