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«Questo stabilimento ha inquinato il territorio con sostanze dannose per la salute umana, (…) non ha futuro neanche da un punto di vista occupazionale perché i posti di lavoro saranno falciati dalla crisi gravissima in cui versa (un miliardo e 300 milioni di euro di debiti commerciali), (…) nessuna ragione storica, industriale ed etica giustifica la decisione di tenere in funzionamento questo impianto industriale. (…) Chiediamo pertanto che venga redatto un piano B per salvare i lavoratori e i cittadini dal triplice disastro: sanitario, ambientale e occupazionale. Chiediamo al governo il coraggio di avviare la riconversione economica ed ecologica del territorio, ridare speranza e vita alla comunità e opportunità di lavoro più in linea con la storia e le grandi risorse di questo territorio e di questa popolazione». 

Lo affermano, come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno – il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, la referente dell’associazione culturale pediatri Annamaria Moschetti e il dottor Stefano Colapietro di Isde-Medici per l’Ambiente Massafra, in una lettera aperta al ministro delle imprese e made in Italy Adolfo Urso, in visita a Taranto per presiedere in Prefettura un vertice sull’ex Ilva.

Di seguito la lettera inviata al Ministro.