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Il legame tra sfruttamento petrolifero, inquinamento ambientale e salute pubblica è spesso sottovalutato, affrontato solo come una problematica legata alle emissioni di CO₂ e cambiamento climatico. Ma “Per l’ultima goccia”, il romanzo di Piero Malenotti, va oltre questa narrazione semplificata, mostrando come il fossile sia un’arma a doppio taglio che ferisce territori, comunità e corpi umani.

Il protagonista, Valerio, ingegnere minerario al servizio di una multinazionale, si ritrova a supervisionare la costruzione di una piattaforma petrolifera al largo della costa atlantica del Marocco. È qui che inizia il suo viaggio dentro la contraddizione: da un lato, il progresso e le promesse di sviluppo; dall’altro, il degrado ambientale e l’impatto devastante sulla popolazione locale.

L’estrazione degli idrocarburi non è solo una minaccia per il clima globale, ma un pericolo immediato per chi vive nelle aree circostanti. Nel romanzo, Malenotti descrive con precisione gli effetti collaterali della piattaforma offshore: alterazione della qualità dell’aria, sversamenti in mare, contaminazione delle risorse idriche e distruzione degli ecosistemi marini, con conseguenze dirette sulla salute delle persone.

Chi abita vicino ai siti estrattivi soffre infatti di un’esposizione cronica a sostanze tossiche: idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, composti organici volatili. Sono elementi che la letteratura scientifica collega all’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari e tumorali. Nel villaggio vicino alla piattaforma, i protagonisti del romanzo vedono con i propri occhi gli effetti dell’inquinamento sulla pelle e nei polmoni delle persone, nella scarsità di pesce, nelle falde acquifere compromesse. La minaccia sanitaria non è un’ipotesi lontana, ma una realtà tangibile.

“Per l’ultima goccia” non è solo una denuncia, ma un’analisi del fallimento di un modello economico basato sulle fonti fossili. Il romanzo svela come la dipendenza dal petrolio non sia solo un problema ambientale, ma anche sociale e sanitario. La corruzione, la complicità delle istituzioni, le promesse di ricchezza che si trasformano in miseria e sfruttamento sono dinamiche che si ripetono ovunque ci siano giacimenti di petrolio: dal delta del Niger all’Amazzonia, dalla Siberia al Medio Oriente.

Malenotti racconta questa realtà attraverso la trasformazione del protagonista. Valerio, inizialmente convinto della necessità del suo lavoro, si scontra con la fragilità della comunità locale e con il peso delle sue azioni. Una presa di coscienza che richiama alla necessità di un cambiamento radicale: la salute delle persone e quella dell’ambiente sono una cosa sola, e senza un sistema economico sostenibile non ci può essere giustizia sanitaria.

In un’epoca in cui la crisi climatica e sanitaria sono due facce della stessa medaglia, “Per l’ultima goccia” è un libro che andrebbe letto non solo per la sua qualità narrativa, ma perché racconta verità scomode, spesso ignorate dai media mainstream. Un romanzo che, senza cadere nel didascalico, riesce a far emergere il nesso inscindibile tra estrattivismo, distruzione ambientale e diritti umani.

La domanda che lascia al lettore è chiara: quante vite siamo disposti a sacrificare per l’ultima goccia di petrolio?

Editore “Sensibili alle Foglie” https://bit.ly/4gfuIke – distributore Diest (senza spese di consegna) https://bit.ly/47bUJwx

Chi è Piero Malenotti

Sociologo e giornalista iscritto all’Ordine del Lazio, si è a lungo occupato, per lavoro e impegno civile, di ambiente. Ha collaborato per diversi anni con il Gruppo parlamentare dei Verdi, in seguito con il Gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà e con il Gruppo Misto, ed ha ricoperto l’incarico di coordinatore dei servizi di comunicazione istituzionale di Roma Capitale. Ha pubblicato il saggio di sociologia “Vivere la città. Un’indagine sulla qualità della vita nella periferia di Roma” – Edizioni Universitarie Romane, 1998, ed esordisce nella narrativa con questo romanzo.