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La prevenzione primaria delle malattie si fonda su un’adeguata raccolta di informazioni, sull’indipendenza di chi le raccoglie, le custodisce e le gestisce e sul fatto che queste siano messe agevolmente e con trasparenza a disposizione di ricercatori e stakeholders per facilitare processi utili alla formulazione di decisioni strategiche per il benessere dei cittadini e per la sostenibilità di economia e stili di vita.

Dopo aver assistito per anni al progressivo depotenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione e delle Agenzie Regionali per l’Ambiente, ulteriori rischi per la democrazia e per la tutela sanitaria e ambientale nel nostro Paese derivano oggi dalla privatizzazione dell’ISTAT.

L’articolo 28 del DL n. 36, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 aprile, promuove l’esternalizzazione della gestione digitale di dati sino ad ora custoditi e gestiti in autonomia da ISTAT. La gestione delle banche dati sarà regolata da “contratti di servizio”, con possibili complicazioni organizzative e burocratiche e con enormi rischi per la credibilità del nostro Istituto Nazionale di Statistica e per la protezione dei dati messi a disposizione da cittadini e imprese.

ISTAT, oltre a dipendere dalle decisioni di un consiglio di amministrazione, sarà depotenziata da una diminuzione del personale e da un taglio di bilancio di circa 40 mln, che sarà attuato nei prossimi anni a spese della produzione di dati.

I cittadini Italiani vedranno messa a rischio la propria privacy e potrebbero pagare le conseguenze di questa rivoluzione negativa con una perdita di diritti costituzionalmente garantiti.

Enti, ricercatori e stakeholders potrebbero non riuscire ad accedere in tempi congrui e con modalità trasparenti a dati aggiornati e ad informazioni utili al mantenimento dello stato di salute della popolazione e alla formulazione di scelte strategiche per uno sviluppo economico e sociale democratico, equo e sostenibile.

Inoltre, la composizione del Consiglio di Amministrazione della “newco” avrà una maggioranza di rappresentanza da parte del Governo. In questo modo interessi universali di lungo termine potranno essere subordinati a interessi politici di parte e contingenti.

ISTAT ha sempre garantito un equilibrio fondato su etica, competenza, trasparenza, indipendenza e imparzialità. Tale equilibrio, pur se perfettibile, ha consentito sino ad oggi di erogare funzioni vitali per la sopravvivenza e per lo sviluppo di una comunità.

Tutto questo viene oggi messo a rischio da un decreto legge. Rischio talmente elevato da giustificare un blocco di questa iniziativa di Governo e una riflessione approfondita e condivisa su un servizio strategico per lo sviluppo del Paese e per la salute dei cittadini.