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“Sono stato quasi un anno, dieci mesi per la precisione, in ospedale, a curarmi per un tumore. Ho avuto modo di vedere, conoscere e, non avendo mai nascosto il mio stato di salute, d’essere anche contattato per consigli da tante altre persone che, come me, lottavano contro questa malattia. Giovani, meno giovani e purtroppo anche bambini. Non conoscendo all’epoca questa realtà, fin da subito sono rimasto stupito del numero dei malati di tumore di Gubbio. Dopo mesi, alla fine delle terapie, prima di essere dimesso chiesi al personale sanitario: “Vi siete accorti anche voi dell’alta percentuale degli Eugubini che curate? A che cosa è dovuta la mia malattia? “ Subito ammisero che il numero era elevato e che il mio problema specifico non fosse nulla di genetico. Mi risposero: “Dipende da quello che hai mangiato, da quello che hai respirato in questi anni”. Questa cosa mi ha preoccupato ulteriormente e mi ha reso molto sensibile a questo tema, anche perché mi sembra che se ne parli troppo poco, che ci sia poco confronto.

L’appello che io faccio è che venga posta l’attenzione sulla situazione epidemiologica di Gubbio, su uno studio dell’acqua che beviamo, dell’aria che respiriamo, del terreno su cui coltiviamo i prodotti che mangiamo. Questo penso sia la base prima di ragionare su qualcosa di impattante dal punto di vista ambientale. Inoltre non so neanche quanto sia lecito che queste decisioni vengano prese dall’alto in Regione, quasi bypassando la popolazione.” Questa è la toccante testimonianza che un giovane eugubino ha reso il 6 agosto a Mocaiana.
Cosa ha mangiato questo giovane, cosa è ricaduto sul suolo da dove hanno preso vita gli ortaggi di cui si è nutrito, dove hanno pascolato gli animali che hanno fatto parte della sua dieta, quale aria ha respirato, insieme a quel numero di adulti e bambini eugubini ricoverati nel suo ed in altri reparti, ce lo hanno spiegato la Prof.ssa Katia Mariani con il suo intervento appassionato e il Dr. Giovanni Vantaggi di ISDE-Italia, in una serata in cui l’emozione ha fatto ammutolire, oltre ai presenti, anche chi sarebbe dovuto intervenire e ha invece lasciato che le emozioni continuassero a vivere dentro ognuno, dopo quella testimonianza. All’incontro è intervenuta anche la Vicesindaco Alessia Tasso, che ha condiviso le ragioni dei Comitati e ha ribadito la contrarietà dell’Amministrazione Comunale all’incenerimento dei rifiuti nelle cementerie.
Cosa è successo e sta succedendo a Gubbio?
I produttori di rischio, ovvero gli imprenditori del cemento, continuano a dire e scrivere che Gubbio ha l’aria più pulita dell’Umbria! Ma, come evidenziato nella relazione del Dr. Vantaggi, ABBIAMO MOLTI DUBBI IN PROPOSITO! Dal 2002 sono state bruciate milioni di tonnellate di pet-coke proveniente fin dal Venezuela, la cui combustione produce un cancerogeno certo come il benzopirene; al pet-coke si aggiungono altre sostanze già concesse alle due cementerie nell’AIA, come decine di tipologie di rifiuti già da anni sottoposti a “recupero di materia”: in sostanza tali rifiuti finiscono coinceneriti nei forni e mescolati nel cemento.
Inoltre l’Arpa, che deve monitorare le emissioni, riceve contributi NON VINCOLATI (94.000 € nel 2019) dai cementieri, come documentato dall’intervento dell’Avv. Valeria Passeri, Vicepresidente del WWF Perugia.

A concludere l’incontro due interventi “giovani”: quelli della psicologa Petra Sannipoli, che ha illustrato i benefici per la persona derivanti da un’assunzione di responsabilità, e di Beatrice Goracci, esponente del movimento culturale internazionale Our Voice, che ha pregato i presenti di non lasciar bruciare il futuro delle generazioni che si affacciano alla vita in nome del profitto di pochi.

“Il lavoro è importante, ma se ti ammali non puoi più lavorare”

Gubbio, 11/08/2020