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Climate Analytics -un istituto globale di scienza e politica –  ha analizzato i piani di riduzione delle emissioni dei Paesi del G7 e ha riscontrato che nessuno dei sette è in traiettoria per raggiungere gli obiettivi fissati al 2030. 

Collettivamente le economie del G7 devono ridurre le proprie emissioni del 58% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019 per fare la loro parte nel limitare il riscaldamento a 1,5°C.

In realtà, secondo questo studio, i governi del Gruppo dei Sette (G7) sono sulla strada per raggiungere appena la metà delle riduzioni delle emissioni di gas serra necessarie entro il 2030 per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C previsto dall’Accordo di Parigi.

I risultati arrivano a pochi giorni dalla riunione dei Ministri del Clima, dell’Energia e dell’Ambiente del G7 a Venaria Reale (28-30 aprile 2024).

Neil Grant, autore principale dell’analisi, ha commentato: “Queste economie, che rappresentano il 38% del PIL mondiale, non stanno facendo il necessario nonostante abbiano sia la tecnologia che le risorse finanziarie per fare il salto di qualità. In un contesto di estremi climatici senza precedenti, esacerbati dall’uso dei combustibili fossili, intraprendere azioni ambiziose per la decarbonizzazione e fissare una scadenza per abbandonare i combustibili fossili dovrebbe essere il minimo indispensabile.”

Risultati principali:

  • Le economie del G7 devono ridurre le proprie emissioni del 58% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019 per fare la loro parte nel limitare il riscaldamento a 1,5°C.
  • L’attuale livello di ambizione collettiva del G7 per il 2030 è insufficiente, pari al 40-42%, ma le politiche esistenti suggeriscono che il G7 probabilmente raggiungerà solo una riduzione del 19-33% entro la fine di questo decennio.

Ulteriori raccomandazioni chiave:

  • L’attuazione degli obiettivi climatici nazionali è imperativa, nessun membro del G7 è sulla strada per raggiungere i propri obiettivi;
  • Impegnarsi a eliminare gradualmente la produzione nazionale di energia elettrica rispettivamente da carbone e gas fossile entro il 2030 e il 2035;
  • Porre fine ai finanziamenti pubblici e ad altri tipi di sostegno ai combustibili fossili all’estero: l’Italia e il Giappone, l’attuale e la precedente presidenza del G7, sono tra i primi 5 Paesi che sovvenzionano progetti di combustibili fossili nel G20;
  • Accelerare verso l’obiettivo globale di triplicare le energie rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030;
  • Impegnare nuovi e ulteriori finanziamenti internazionali per il clima, ben oltre l’obiettivo dei 100 miliardi di dollari, e sviluppare strumenti di finanziamento innovativi per accelerare l’erogazione di finanziamenti accessibili ai Paesi vulnerabili.