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Si terrà il 23 aprile alle 20:30, all’Auditorium Concordia di  San Vito al Tagliamento, una conferenza sull’impatto degli allevamenti industriali sulla salute del territorio e della popolazione. Un convegno, organizzato da Legambiente, al quale parteciperanno relatori esperti del tema:  il presidente dell’associazione Legambiente  Pordenone, la Dott.ssa Eva Rigonat di Medici per l’Ambiente (ISDE), un’attivista di Greenpeace e una parlamentare dell’intergruppo promotore della proposta di legge sugli allevamenti intensivi. 

“La volontà di informare la popolazione su questo tema – si legge in una nota – nasce dalla forte preoccupazione per il proliferare degli allevamenti intensivi che, in particolare nel sanvitese, evidenziano problematiche di sostenibilità ambientale del metodo dell’allevamento industriale, caratterizzato da rilevanti impatti ambientali e rischi sanitari”. Alla serata promossa da Legambiente Pordenone e dal Comitato Ambiente e Coscienze Pulite ci saranno anche il Comitato ABC e Cordicom FVG che hanno dato pieno supporto all’iniziativa. 

Le emissioni di ammoniaca di questi insediamenti sono la seconda causa di formazione delle polveri sottili responsabili di decine di migliaia di morti premature ogni anno. Secondo i dati ARPA FVG Inemar il valore dell’ammoniaca nell’aria del sanvitese risultava nel 2020 il più elevato in regione.

“Il raddoppio dell’insediamento avicolo a carattere industriale in progetto in località Torricella, altri 5 capannoni da sommarsi a quelli esistenti, a quelli in Canedo a Prodolone e ai 4 in previsione a Chions, al confine con San Vito, costituiscono infatti una forte concentrazione, senza contare gli allevamenti intensivi molto vicini di suini e altri che si trovano nei comuni limitrofi. Solo per quanto riguarda gli allevamenti avicoli, tra quelli esistenti e quelli programmati la potenzialità massima è di 5/6 milioni di polli/anno, che significa oltre 400 polli/anno per ciascuno dei residenti del Comune di San Vito”.

Allo stesso tempo non sono da trascurare la cementificazione che porta a un ulteriore consumo del suolo, e il possibile aumento del traffico delle auto. Tutto ciò andrà a incidere sull’ambiente considerando le specificità dell’area del sanvitese. Se questi insediamenti venissero costruiti ci sarebbe, secondo Legambiente, la riduzione o la scomparsa di animali selvatici e quindi della biodiversità. “Ricordiamo anche che il territorio interessato è ricco di acque da cui dipende non solo l’approvvigionamento delle nostre famiglie, ma anche quello di molti paesi del Veneto orientale, e l’acqua è un bene prezioso che dovremmo tutelare e non rischiare di inquinare con i reflui scaricati nei nostri campi”.

Fonte: pordenonetoday