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“Mentre dalle più importanti istituzioni internazionali, compreso il mondo medico (Lancet Commission – Food in the Antrophocene), si leva con forza la richiesta di un rapido cambiamento sia del modello alimentare che di quello agricolo l’insabbiamento del PAN è inconcepibile”. Ad affermarlo è Patrizia Gentilini, medico e rappresentante di Isde, l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, intervenuta alla conferenza stampa “Per un PAN a tutela di cittadini, agricoltori e territorio” che si è svolta oggi alla Camera dei Deputati.

“Il modello agricolo industriale in atto è la prima causa di pressione sul pianeta – continua Gentilini – mette a rischio interi ecosistemi e contribuisce in modo determinante al riscaldamento globale. L’esposizione residenziale a pesticidi è un indiscutibile fattore di rischio specie per la salute infantile e dove è maggiore l’intensità dei trattamenti maggiore il rischio nell’infanzia di nati pretermine, malformazioni, perdita di Quoziente Intellettivo, autismo e tumori – aggiunge – ma invece di andare verso un uso più sostenibile dei fitofarmaci (come previsto dalla Direttiva Europea 128-2009 CE) si è passati per i pesticidi non ammessi nel biologico da 27.000 ton (soli principi attivi) nel 2013 a 30.000 ton nel 2017 (ultimo dato disponibile). Addirittura la regione Toscana ha consentito l’uso, grazie all’ambigua dizione della “Difesa Integrata Volontaria” e al Piano Utilizzo Fitosanitari e Fitofarmaci ( PUFF) di oltre 150 pesticidi (fra cui 4 vietati da Ministero della Salute) nelle aree di salvaguardia circostanti i pozzi di prelievo di acqua destinata al consumo umano da falde profonde. Tali aree viceversa sono tutelate dal Testo Unico Ambientale e dalle  Direttive Europee che impongono di istituire “aree di salvaguardia per le acque superficiali e sotterranee nelle quali sia vietato applicare o stoccare pesticidi”. Come Isde – conclude – chiediamo che i Ministeri della Salute e dell’Ambiente intervengano presso la Regione per modificare il PUFF e che in tutto il territorio nazionale nelle aree di salvaguardia venga vietato l’utilizzo di pesticidi, consentendo tutt’al più le sole pratiche dell’agricoltura biologica o biodinamica”.

 

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