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Viviamo ormai da anni in un ambiente “digitalizzato” e ci siamo abituati a considerare gli strumenti digitali come gli elettrodomestici o altri strumenti di uso quotidiano. In genere ci informiamo sulle prestazioni ma ci disinteressiamo del contenuto tecnologico. Tuttavia le informazioni diffuse quotidianamente sul “5G” (acronimo di 5th Generation), la tecnologia di telefonia mobile di quinta generazione, stanno creando interrogativi e paure. Si tratta di strumenti più potenti di quelli attualmente in uso, con prestazioni e velocità molto più elevate, indispensabili per realizzare progetti di digitalizzazione dell’ambiente in cui viviamo. Ma è stato sollevato il dubbio che la loro introduzione possa provocare seri problemi di natura ambientale ed incidere negativamente sulla nostra salute.
Per capire meglio come stanno le cose, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Associazione della stampa sarda hanno organizzato un corso di formazione professionale per i giornalisti intitolato “5G: quando la tecnologia affascina e fa paura”. Si svolgerà martedì prossimo, 3 marzo, a Cagliari presso la sala convegni dell’ Exmà, in via San Lucifero 71, dalle 14.00 alle 17.00

Relatori saranno il Prof. Luigi Atzori, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università di Cagliari e membro del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni); il Dott. Ferdinando Laghi, presidente ISDE Internazionale (International society of doctors for the environment); il Dott. Domenico Scanu, presidente ISDE Sardegna; la Dr.ssa Claudia Zuncheddu, presidente sezione ISDE di Cagliari;
Francesco Birocchi, presidente Ordine dei Giornalisti della Sardegna e Celestino Tabasso, presidente dell’Associazione della Stampa Sarda, introdurranno i lavori.

Il 5G, ultima novità in ambito internet e telecomunicazioni e soprattutto in ambito telefonia mobile. è una tecnologia considerata indispensabile per lo sviluppo delle nuove sfide tecnologiche: intelligenza artificiale, blockchain, pagamenti digitali e digitalizzazione del Paese.
Una nuova era tecnologica, dunque, che affascina ma fa anche paura. Da tempo infatti  “Medici per l’ambiente” ed altre associazioni di cittadini, denunciano i pericoli che questa connessione costante costituirebbe per la nostra salute.

 

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