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Raccolta firme su Change, indirizzata al presidente della Regione Giovanni Toti e all’Arcivescovo Marco Tasca (presidente del Galliera), è organizzata da Comitato Sos Valpolcevera chiama (Rosanna Aluigi), Medici per l’Ambiente (Valerio Gennaro, medico epidemiologo), amministratori del gruppo #parlodelcovid Liguria testimonianze e tutela del contagio, Cittadini per Carignano

 

Il COVID-19 sta dimostrando che i tagli ai letti e al personale sanitario degli ultimi decenni sono stati un errore – recita la petizione-. È ora di cambiare rotta: la riapertura del Padiglione C è un’urgenza e rappresenta una battaglia simbolica di tutta la cittadinanza, non solo di coloro che si riconoscono nelle associazioni promotrici, per il recupero di spazi e personale qualificato stabilmente a servizio della sanità pubblica. La scorsa primavera la medesima richiesta era stata rivolto all’allora Presidente del Galliera, il Cardinal Bagnasco, dal Movimento Indipendente dei Cittadini per Carignano ma l’appello era rimasto inascoltato e i convalescenti dal COVID-19, ricoverati all’ospedale Galliera, erano stati trasferiti nelle cabine di un traghetto attaccato nel porto di Genova. La conversione del traghetto in “nave ospedale” ha comportato per le casse pubbliche l’ esborso di oltre 1 milione di euro al mese per soli 25 letti, il coordinamento sanitario era stato affidato ai responsabili dell’emergenza dell’Ospedale Galliera che avevano anche reclutato gli infermieri e gli operatori socio sanitari con un contratto interinale in capo ad Alisa. Tutto denaro perduto perché i contratti del personale sono scaduti e il traghetto con le sue 25 cabine attrezzate, dopo aver inquinato h24 l’aria di Genova per qualche mese, è tornato alla navigazione turistica>.

<Con la seconda ondata del COVID-19 – prosegue la petizione – Genova e la Liguria registrano un alto tasso di contagi, i posti letto scarseggiano per ogni tipo di patologia e, mentre si stanno cercando soluzioni alternative, i malati passano ore sulle ambulanze che rimangono così bloccate a discapito di altri pazienti. Il padiglione C, con i suoi 10 piani edificati negli anni ’70, più volte ammodernato in anni recenti, fino al 2013 ospitava la geriatria: ambienti, luminosi e spaziosi da cui gli anziani sono stati sfrattati, finendo nelle ben meno confortevoli camerate ottocentesche da 26 letti, per lasciare il posto agli studi medici per l’attività privata. Adattare il padiglione C per il ricovero dei pazienti in convalescenza da COVID-19 non solo libererebbe posti letto ospedalieri per coloro che sono in fase più acuta ma consentirebbe di investire in fondi pubblici in strutture della sanità pubblica anziché in traghetti o in edifici privati o con un uso temporaneo. Se i fondi spesi per attrezzare il traghetto fossero stati investiti nel padiglione C già nella scorsa primavera e fosse stato assunto il personale necessario, oggi avremmo una struttura pubblica a disposizione per fronteggiare la nuova emergenza sanitaria che, purtroppo, potrebbe non essere l’ultima. Le giustificazioni fornite dall’Ospedale Galliera sull’eccessiva lontananza del Padiglione C rispetto al corpo entrale dell’ospedale e la mancanza del personale appaiono davvero illogiche se confrontate con il ben più lontano traghetto e con il personale assegnatovi. La mancanza di scale antincendio caratterizza pure i padiglioni storici dell’Ospedale Galliera che nonostante ciò continuano a funzionare e potrebbero, con una spesa minima rispetto a quella spesa per il traghetto, essere facilmente installate all’esterno del padiglione C, che non è neppure un edificio vincolato. Quanto all’asserita assenza di montacarichi: risulta ve ne siano 2 che venivano regolarmente utilizzati per il trasferimento dei pazienti geriatrici. Qui non si ci si vuole improvvisare opinionisti ma da cittadini, da medici, da pazienti e da contribuenti – specialmente in un momento di estrema gravità e urgenza – non si può e non si vuole rinunciare al diritto alla salute. Si chiede quindi conto di come vengono spesi i soldi pubblici e di come viene utilizzato il patrimonio immobiliare destinato ai servizi sanitari pubblici.