“Le tempeste solari generano perturbazioni geomagnetiche che, sebbene non causino effetti diretti sulla salute umana grazie alla protezione offerta dall’atmosfera e dalla magnetosfera, potrebbero avere effetti biologici indiretti, soprattutto su individui vulnerabili o in particolari condizioni ambientali. Non ci sono rischi per la popolazione in generale. Tuttavia studi hanno dimostrato che ci possono essere dei problemi di salute, per cui l’attenzione deve essere alta”.
Lo dice Giovanni Ghirga, del Comitato scientifico di Isde – Associazione medici per l’ambiente, in un intervento a proposito della notizia della forte tempesta geomagnetica proveniente dal Sole che ha colpito la Terra il 29 maggio 2025.
“Diversi studi epidemiologici condotti in Europa, Nord America e Russia hanno evidenziato un aumento della mortalità cardiovascolare in concomitanza con forti perturbazioni geomagnetiche. In particolare, si osserva una correlazione tra giorni di elevata attività geomagnetica e un incremento di infarti e ictus. Si ipotizza che il meccanismo coinvolga alterazioni del sistema nervoso autonomo, influenzando la variabilità della frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e l’equilibrio neurovegetativo. Queste alterazioni potrebbero essere legate all’influenza del campo magnetico terrestre sui delicati processi bioelettrici dell’organismo, similmente a come si pensa influenzi il sistema di navigazione di uccelli migratori e altri animali”.
Anche sul piano “neuropsicologico alcuni studi suggeriscono modificazioni nei livelli di melatonina, con possibili ripercussioni sull’insonnia e disregolazione dei ritmi circadiani durante le tempeste geomagnetiche – aggiunge l’esperto – Altri studi riportano un aumento dell’irritabilità e dei sintomi depressivi in concomitanza con un’elevata instabilità geomagnetica e sono state esplorate anche possibili correlazioni con disturbi neuropsichiatrici più specifici. Questi effetti sembrano più pronunciati in persone con disturbi affettivi stagionali, anziani, individui con patologie cardiache preesistenti o con specifiche vulnerabilità neurologiche”.
Al momento “non sono stati documentati effetti sanitari diretti per queste recenti tempeste solari. Tuttavia, il monitoraggio costante di Nasa, Noaa e altre agenzie scientifiche mantiene alta l’attenzione su possibili effetti indiretti, in particolare sui sistemi elettronici sanitari e nei pazienti con dispositivi impiantabili – sottolinea Ghirga – L’attuale ciclo solare, caratterizzato da un’attività solare significativa, aumenta la probabilità di tempeste geomagnetiche. Questo rende la ricerca sugli effetti indiretti sulla salute ancora più importante.
In conclusione, “sebbene per gli ultimi eventi non si siano evidenziati rischi clinici immediati per la popolazione generale, le correlazioni osservate in ambito cardiovascolare e neuropsichiatrico giustificano ulteriori indagini. La complessità di questi studi, data la molteplicità dei fattori ambientali e individuali che influenzano la salute, richiede” per l’esperto “un approccio scientifico rigoroso”.
Di seguito l’intervento integrale di Giovanni Ghirga