Un report su dati Arpac dei medici dell’Isde Medici per l’Ambiente sezione Nola mette in luce che il livello di inquinamento da polveri sottili in tutti i territori campani è in aumento.
Gli sforamenti del limite giornaliero del PM10 al 31 dicembre 2024, cioè al termine dell’anno (dati Arpac)risultano: Acerra zona industriale 86, San Vitaliano 58, Napoli Ospedale Nuovo Pellegrini 57, Acerra scuola Caporale 54, Volla 49, Pomigliano d’Arco 45 , Teverola 45, Maddaloni 44, Aversa 41, Napoli via Argine 35.
Ognuna di queste centraline ha segnalato nell’intero anno decine di giorni di sforamento del limite massimo consentito del PM10 e sono tutte monitoranti i territori della piana nolana, di Napoli Est e del casertano-aversano. Complessivamente esse hanno segnalato dal primo gennaio al 31 dicembre 2024 ben 678 giorni di sforamento del limite massimo consentito del PM10 (50 ug/m.c.) mentre nell’intero 2023 ne contarono 629, cioè 49 in meno.
«Si registra, così, per quest’anno un incremento di 49 giorni di sforamento del PM10 rispetto allo scorso anno, pari al 7,8%», è il report dell‘Isde Medici per l’Ambiente sezioni di Napoli, Acerra e Nola, firmato dai medici e professionisti Antonio Marfella, Gennaro Napolitano, Tony Petrella, Gennaro Esposito e Gaetano Rivezzi. Inoltre, se si prendono in esame i dati forniti dalle 41 centraline Arpa funzionanti sull’intero territorio campano, «i giorni di sforamento del limite massimo consentito del PM10 nell’intero 2024 ammontano complessivamente a 974, mentre nell’anno precedente le stesse 41 centraline segnalarono 879 giorni di sforamento del limite massimo consentito del PM10 con un incremento nel 2024 di 95 giorni in più rispetto al 2023, pari al 10,8%. In conclusione lo studio dei dati relativi alla concentrazione del PM10 ricavati dal monitoraggio Arpac del 2024 raffrontati con quelli del 2023 dimostrano che l’inquinamento da polveri sottili in tutti i territori campani è in aumento per quest’anno del 10% circa, raggiungendo il massimo incremento del 12% nell’agglomerato Napoli-Caserta. Altro che botti di Capodanno! La mortalità per inquinamento evitabile e non evitata resta ai massimi livelli nazionali.
Le concentrazioni massime di PM10 vengono segnalate, anche nel 2024, dalle centraline della piana nolana, ma resta al primo posto quella di Acerra zona industriale».
Da sottolineare «anche il notevole incremento della concentrazione di PM10 segnalato dalla centralina di Napoli Ospedale Nuovi Pellegrini(rotonda aereoporto di Capodichino) e dalla centralina di Pomigliano d’Arco. E infine – rileva l’Isde – che dal 9 gennaio 2024 l’Arpac non comunica i dati della concentrazione media annua giornaliera, l’unico parametro che permette una valutazione corretta ed esauriente del grado d’inquinamento atmosferico, come afferma sia l’OMS che la comunità europea».
Intanto il monitoraggio eseguito su dati Arpac per la zona di Acerra rileva «da oltre due anni che la centralina della zona industriale, sita nelle prossimità dell’inceneritore, ha registrato una quantità di sforamenti del PM10 anomala più di tutti gli anni precedenti. Per la centralina Acerra zona industriale si passa da una media di 60 ad una media di 80 sforamenti all’anno come riportato dal prospetto storico (figura in allegato). Un aumento percentuale di circa il 33 % che si è stabilizzato in tutti gli anni successivi al 2021. Siamo consapevoli – scrivono i medici dell’Isde – che l’incremento degli sforamenti in Pm 10 non proviene direttamente dal maxi inceneritore (che ha i filtri per le Pm 10) ma è indiretto parametro dell’eccezionale flusso di mezzi pesanti in circolazione in tale area industriale, che comprende anche il maxi inceneritore. In questi giorni è stato comunicato l’accordo Regione-A2a per un eventuale incremento di 100.000 tonnellate annue in più di rifiuti da fare bruciare o nell’impianto o in altri impianti a cura del gestore. Questo accordo ci può fornire una spiegazione per l’incremento del flusso veicolare e quindi degli sforamenti in Pm10. Anche se non ancora inceneriti, è possibile ipotizzare che l’incremento delle Pm10 da Tir e sin dal 2021 possa indicare la presenza di un deposito di rifiuti già colmo e pronto ad essere incenerito ad Acerra o altrove. Una accurata ispezione dell’impianto e dei suoi depositi e linee di incenerimento da parte di forze politiche indipendenti dai gestori sarebbe a nostro parere necessario ed urgentissimo per verificare la presenza e/o il deposito già in atto delle 100mila tonnellate di rifiuti (eventualmente) aggiuntive».
Fonte: Corriere del Mezzogiorno