- Il progetto “Salute e inquinamento atmosferico nelle città italiane”
- I dati riepilogativi progressivi
- I dati del monitoraggio del mese di gennaio 2025
- I dati del monitoraggio del mese di febbraio 2025
L’inquinamento atmosferico nelle città italiane
Nell’ambito del Progetto Nazionale “Salute e Inquinamento Atmosferico”, ISDE Italia nel 2025, anche in collaborazione con l’Osservatorio Mobilità Urbana Sostenibile della Clean Cities Campaign, dall’inizio del 2025 ha iniziato a rilevare mensilmente i dati diffusi dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria gestite dalle ARPA/APPA che fanno parte del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, in molte città italiane, per quanto riguarda le medie giornaliere relative alle polveri sottili ed al biossido di azoto. Inquinanti per i quali le Linee Guida OMS del 2021 e la Direttiva Europea individuano specifici limiti da non superare.
Le Sezioni di ISDE Italia, in collaborazione anche con la rete di associazioni presenti sul territorio che fanno capo alla Clean Cities Campaign, promuoveranno iniziative di sensilibilizzazione della popolazione e delle amministrazioni locali, in presenza del superamento dei valori di riferimento OMS ed europei di questi inquinanti, al fine di adottare le opportune iniziative per ridurre l’inquinamento atmosferico.
Gli inquinanti rilevati
Sono presi in considerazione come inquinanti da rilevare le polveri sottili (PM10 e PM2,5), il biossido di azoto (NO2) e l’Ozono, quest’ultimo solamente nel periodo estivo quando presenta tipicamente valori più elevati.
L’Istituto Superiore di Sanità definisce il PM10 come frazione toracica in quanto, passando per il naso, è in grado di raggiungere la gola e la trachea (localizzate nel primo tratto dell’apparato respiratorio), mentre il PM2,5 è chiamato anche frazione respirabile, in quanto queste particelle più piccole possono invece arrivare in profondità nei polmoni e quindi ancora più dannose per la salute.
Le polveri sottili sono originate da varie fonti di inquinamento (impianti di riscaldamento, attività industriali, traffico, ecc,) mentre il biossido di azoto è più strettamente connesso alle emissioni del trasporto stradale alimentato dai combustibili fossili.


Le città – stazioni di monitoraggio rilevate
Sono rilevati mensilmente – nei siti delle ARPA competenti per territorio e, quando i dati non sono presenti online, richiedendoli alle medesime Agenzia – i dati relativi a 25 città italiane (Torino. Genova, Milano, Bergamo, Brescia, Venezia, Padova, Vicenza, Trento, Trieste, Bologna, Modena, Parma, Firenze, Prato, Terni, Ancona, Roma, Pescara, Napoli, Bari, Catania, Messina, Palermo, Cagliari) alle quali si aggiungerà Reggio Calabria, quando la rete di monitoraggio riprenderà a funzionare.
Nella mappa interattiva seguente le 54 stazioni di monitoraggio considerate, tutte della tipologia “urbana”, una di “traffico” ed una di “fondo” per ogni città, per Venezia sono quattro, considerando Mestre e Venezia nella sua parte lagunare.
I dati del monitoraggio
I grafici che seguono sono tutti interattivi, pertanto è possibile cliccando sulla intestazione di una colonna ordinare le tabelle per i valori (crescenti o discendenti) della stessa colonna.