Martedì 29 aprile presso il Senato della Repubblica viene presentato l’appello sottoscritto da tante associazioni della società civile, fra le quali ISDE Italia per la difesa della sanità pubblica.

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Da troppo tempo il Servizio sanitario nazionale, un patrimonio fondamentale per un paese civile, non riceve la giusta attenzione. Da troppo tempo osserviamo, spesso impotenti, una grande indifferenza nei confronti del progressivo indebolimento della sanità pubblica.
Eppure, negli anni, il Ssn ha contribuito a raggiungere risultati importati per la salute di tutti noi, riconosciuti a livello internazionale. Ad esempio, i dati Ocse dimostrano che in Italia la mortalità evitabile grazie a interventi sanitari tempestivi ed appropriati è circa il 30% in meno della media UE, la sopravvivenza a 5 anni per molte patologie oncologiche è superiore alla media europea, le differenze nell’accesso ai servizi in base alla condizione socioeconomica sono inferiori alla media dei paesi europei. Ma tali risultati non possiamo darli per scontati.
Al contrario, i dati attuali dimostrano – e le persone sperimentano – la profonda crisi del sistema. Dopo la pandemia, nonostante gli insegnamenti (troppo presto dimenticati) e le promesse (mai mantenute), la situazione è sempre più preoccupante.
L’Istat riporta che nel 2023, il 4,5% degli italiani rinuncia alle cure a causa delle lunghe liste di attesa (in forte aumento rispetto al 2,8% del 2019), il 4,2% rinuncia per motivi economici e l’1% per la scomodità del servizio. Lo sviluppo dell’assistenza territoriale, specie per le persone anziane, continua a segnare il passo. Gli italiani stanno riscoprendo la paura – propria del secolo scorso – di ammalarsi non solo per le sofferenze che ne discendono ma anche per i costi che potrebbe comportare.
Oggi il pericolo incombente è la perdita del Ssn (per come l’abbiamo conosciuto dopo la sua istituzione) attraverso la privatizzazione dell’assistenza sanitaria.
La sanità pubblica garantisce ancora a tutti una quota di attività (urgenza, ricoveri per acuzie, interventi salvavita), mentre per il resto (visite specialistiche, accertamenti diagnostici, piccola chirurgia, riabilitazione, assistenza residenziale) il Ssn arretra, e i cittadini sono costretti a rinviare gli interventi o a ricorrere ai servizi a pagamento. Le lunghe liste di attesa e, più in generale, la difficoltà ad accedere a prestazioni sanitarie e sociosanitarie stanno così abituando la popolazione a non considerare più la sanità pubblica il primo riferimento in caso di malattia, e stanno facendo riemergere un timore che da decenni era scomparso: la paura di non avere abbastanza soldi per potersi curare.
Nelle cure dei malati cronici (ormai la parte preponderante degli assistiti), le famiglie sono lasciate sole e lo sviluppo dei servizi territoriali e di prossimità – che abbiamo visto essere determinanti nella pandemia – è al palo, dopo dichiarazioni roboanti.
I professionisti della salute – risorse fondamentali, perno di ogni organizzazione di servizi alla persona – sono sempre meno numerosi e sempre più demotivati, mentre dopo la pandemia avremmo dovuto proteggerli e riconoscerne il valore. Nell’attuale scenario, è inevitabile che gli operatori siano sottoposti a una pressione insostenibile che si traduce in una fuga dal pubblico, soprattutto dai luoghi di maggior tensione, come l’area dell’urgenza. Le retribuzioni debbono essere adeguate ai livelli europei (pena la continua “esportazione” di professionisti), devono essere garantite condizioni di lavoro sostenibili e occorre riprendere a investire nella formazione, compresa la formazione nella comunicazione.
Le risorse messe complessivamente a disposizione sono sempre meno adeguate rispetto ai bisogni di assistenza della popolazione; i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono messi a rischio in molte regioni e i divari tra Nord e Sud d’Italia potrebbero ampliarsi.
E la Legge di Bilancio per il 2025-2027 non prevede il rafforzamento del personale, non interviene per contrastare la crescente demotivazione dei professionisti, propone ulteriori aumenti delle risorse per i privati, dispone aumenti del FSN sempre inferiori a quelli del Pil (fino a scendere nel 2030 al 5,6% del Pil, livello MAI COSÌ BASSO prima d’ora!) e tali da produrre disavanzi consistenti nei prossimi anni.
Il Servizio Sanitario Nazionale è l’emergenza ma dobbiamo constatare che tutto il sistema di Welfare, dalla scuola, all’Università, alla cultura, all’assistenza sociale, alle politiche per la casa sono sostanzialmente abbandonate e rischiano il tracollo.
Di fronte a tale situazione non possiamo restare in silenzio.
Le associazioni promotrici del presente appello, tutte appartenenti alla società civile, denunciano lo stato di crisi del Ssn, richiedono interventi per interromperne il declino, ribadiscono la necessità che la salute diventi una vera priorità anche nell’allocazione delle risorse e sono a fianco dei professionisti impegnati in iniziative di mobilitazione e di difesa della sanità pubblica.
Le oltre 130 Associazioni aderenti hanno quindi messo a punto un ulteriore documento di approfondimento attraverso lavoro congiunto che, aderendo all’appello “Non possiamo restare in silenzio. La società civile in difesa della sanità pubblica”, hanno deciso, di riaffermare valori e indirizzi comuni e individuare gli elementi fondamentali per il rilancio del Ssn, anche alla luce dell’attuale preoccupante dibattito politico e istituzionale.
Il documento si apre con un elenco di 10 punti chiave e si articola in due capitoli: 1. Il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale 2. L’Autonomia differenziata fa male alla tutela della salute.
Ciascun capitolo affronta i temi che più minacciano i diritti e il benessere delle persone. Il documento non ha quindi ambizioni di esaustività ma intende individuare cosa non si deve fare (né oggi, né domani) e cosa si può fare (a partire da oggi) per avviare una decisa inversione di tendenza.
Nel documento non trovano adeguata trattazione alcuni temi che, per quanto importanti, potranno essere sviluppati in successivi momenti di approfondimento, a partire dall’assistenza ospedaliera, area relativamente più strutturata e organizzata di altre che richiedono invece un consistente e urgente impegno.
Le Associazioni firmatarie dell’appello
(In ordine cronologico di ricezione dell’adesione)
- Associazione Salute Diritto Fondamentale
- Associazione Giovanni Bissoni
- Laboratorio salute e sanità – LABOSS
- Associazione Prima la Comunità – ETS
- Forum Disuguaglianze e Diversità
- Salute Internazionale
- Associazione Alessandro Liberati-Cochrane Affiliate Centre
- Fondazione Gruppo Abele
- Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
- Fondazione Maratona Alzheimer
- Associazione Italiana di Epidemiologia
- Cittadinanzattiva APS
- Associazione Campagna per la Salute Mentale – Milano
- Arci APS
- CIPES – Centro d’Iniziativa per la Promozione della salute e l’Educazione Sanitaria
- Associazione Centro per la Riforma dello Stato – ETS
- Associazione Volere la Luna ODV
- Associazione La Bottega del Possibile APS – Torre Pellice
- Diritti a Sinistra
- Grusol – Gruppo Solidarietà
- APS Ve.R.So – Veneto Ricerca Sociale
- Associazione Perugia per la Sanità Pubblica – Perugia
- Associazione Camminare Insieme OdV
- Ve.La – Veneto Laboratorio
- Fondazione Casa dell’Ospitalità – ETS – Ivrea
- Con/F/Basaglia – Conferenza Basaglia
- Lisbon Institute of Global Mental Health
- Covesap – Coordinamento veneto per la sanità pubblica
- Associazione TiAscolto APS
- Fondazione Nilde Iotti
- Associazione Treviso civica
- Associazione Insieme APS-ETS
- Associazione MenteInPace – Forum per il ben-essere psichico – Cuneo
- Gruppo di Ricerca per la Salute Mentale “Conoscere per Migliorare” – Torino
- Associazione La tazza blu – OdV – Torino
- SOS SANITÀ
- RSWT – Rete Salute Welfare Territorio
- Per una Sanità del Servizio Pubblico
- Siep – Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica
- Comitato Un’altra Busca è possibile – Cuneo
- Fondazione Dravelli – Moncalieri
- Associazione Franca e Franco Basaglia
- ACCORDO – Associazione Scientifico – Culturale di Coterapia APS
- Dedalus, cooperativa sociale – Napoli
- Unasam – Unione Nazionale delle Associazioni per la salute mentale
- ANP CIA Piemonte, Associazione Nazionale Pensionati – Confederazione italiana Agricoltori Piemonte
- SMP – Società Mutua Piemonte ETS
- ANGOLO OdV, Associazione Nazionale Guariti O Lungoviventi Oncologici –
- UISP Piemonte
- Fondo Edo Tempia – Biella
- Associazione Vivamente – ODV Moncalieri
- UISP Torino
- ACSI Associazione Centri Sportivi Italiani Pisa – Comitato Pisa
- Associazione Insieme APS ETS
- Medici del Mondo Italia
- MO.V.I. Coordinamento di Caltanissetta ODV
- Associazione 160CM APS
- Coordinamento per la difesa della sanità pubblica a Trieste
- Movimento di Volontariato Italiano – MoVI
- Associazione Samassi Città Futura
- Forum salute mentale
- Associazione i Volontari di “Madre Teresa”
- Associazione Hera Onlus
- Fasted Catania ETS
- Auser Cuneo
- Aiace APS – Associazione italiana assistenza consumatori europei
- Federconsumatori Catania
- A.D.A.S. APS – Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute
- Associazione G.RI.S.E. Onlus – Catania
- Associazione regionale riferimenti civici della sussidiarietà
- Associazione MARIS ODV
- Arci Zeta – Chivasso
- Auser Piemonte
- Associazione Socialismo Diritti Riforme ODV – Cagliari
- Psiche Lombardia APS
- Associazione Comunità Progetto Sud ETS
- Ecoistituto della Valle del Ticino OdV (Cuggiono – Mi)
- Circolo Acli di Vimercate
- Federconsumatori Regionale Lombardia APS
- Auser Regionale Lombardia APS-ODV ETS
- Associazione “Laudato Sì – Un’alleanza per il clima, la cura della Terra, la giustizia sociale”
- Comitato CRI Bologna
- Novo Millennio Società Cooperativa Sociale O.n.l.u.s – Monza
- Cgil Vallecamonica Sebino
- CGIL Lombardia
- SPI Cgil Torino
- Cittadinanzattiva regione piemonte aps
- Associazione Nessuno
- Associazione +DIRITTI ODV – Torino
- APS Zenzero di Genova
- Associazione MinD Mad in Design – Torino
- AMREF Health Africa ETS
- GrIS Piemonte (Gruppo Regionale Immigrazione salute)
- Associazione Amici Casa della Carità ODV – Milano
- Associazione APRIRE – Assistenza PRimaria In REte – Salute a Km 0 – Brescia
- Centro Studi e Ricerche Sanitarie e Sociali “Giulio Alfredo Maccacaro” (CSGAM)
- CARD Italia – Confederazione Associazioni Regionali Operatori, Dirigenti e Direttori di Distretto
- Associazione Sosteniamo l’orizzonte progressista
- CSVnet Lombardia, Confederazione regionale dei Centri di Servizio,
- CSV Insubria – Centro di servizio per il volontariato dell’Insubria E.T.S.
- Acli APS – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, APS
- CSVnet – Associazione centri di servizio per il volontariato
- Forum Nazionale del Terzo Settore ETS
- Comitato Orvietano per la salute pubblica
- A.Fa.So.P. NoiInsieme OdV – Trieste
- CADOM, Centro Aiuto Donne Maltrattate OdV Monza
- Laboratorio della Conoscenza Carlo Corchia APS – Firenze
- Laboratorio Salute Popolare ODV – Bologna
- CNA Pensionati Piemonte
- Medici con l’Africa CUAMM
- Associazione Abitare Insieme – ODV -ETS – L’Aquila
- Immensamente ODV – Roma
- WAPR Italia, World Association for Psychosocial Rehabilitation, Sezione italiana
- Associazione Emanuele Lomonaco – Far pensare – Biella
- Federconsumatori APS, associazione nazionale
- Associazione Regionale Salute Mentale (A.Re.Sa.M.) OdV – Roma
- Coordinamento Nazionale Salute mentale
- Insieme a noi ODV – Modena
- Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia
- Attivamente – Prato
- Attivamente – Emilia Romagna
- Comitato Vivere la Costituzione – Cuneo
- Associazione Diritto alla Salute – A.d.S. – O.D.V. – Merano (Venezia)
- Associazione 11 agosto – Firenze
- Associazione Pazienti Riabilitazione Integrata, A.P.R.I.
- AUSER nazionale
- Associazione Auser Veneto
- Associazione Auser Veneto APS
- Associazione Auser Veneto APS
- Associazione Auser Regionale Umbria ODV-APS ETS
- Auser Circolo Anziani Colognolesi APS
- Auser Verona ODV E APS Associazione Territoriale
- CICAP – Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze
- Istituto Luca Coscioni – Roma
- Federconsumatori Toscana