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Il Presidente di ISDE Italia, Roberto Romizi, ha lanciato un appello a tutte/i i candidati/e alle elezioni regionali.

Gentili candidate e candidati,

ogni anno nel mondo circa 13 milioni di morti sono attribuibili all’inquinamento ambientale — aria, acqua, suolo, esposizioni chimiche, cambiamenti climatici e radiazioni UV. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte inoltre che il 99% della popolazione mondiale respira aria pericolosa per la salute.
In Italia, sono stimate 90.000 morti annuali legate all’inquinamento atmosferico. 

Ogni giorno, migliaia di persone ricevono diagnosi gravi: circa mille nuovi casi di cancro al giorno, 1500 ogni anno nei bambini e centinaia di morti correlate ogni giorno. 

Le evidenze collegano la degradata qualità ambientale a molte malattie: respiratorie, cardiovascolari, oncologiche, neurodegenerative, riproduttive, dismetaboliche, disturbi dello sviluppo nei bambini.

Preservare un ambiente sano non è un optional: è una condizione indispensabile per la salute collettiva. E le amministrazioni locali hanno un ruolo centrale. Decisioni politiche, economiche, urbanistiche e sociali non possono prescindere dall’attenta valutazione dei determinanti ambientali di malattia. Servonoinformazione scientifica rigorosa e trasparente, partecipazione attiva dei cittadini — come sancito dalla Convenzione di Aarhus — e una pianificazione che ponga la salute al cuore di ogni progetto.

ISDE Italia offre il proprio bagaglio di competenze scientifiche, epidemiologiche e tecniche per collaborare con le amministrazioni locali affinché le politiche ambientali siano effettivamente messe in opera, non restino solo promesse. Vogliamo un governo dei territori che metta la salute al centro della pianificazione, dello sviluppo urbano, dell’energia e dei servizi.

Con questa lettera, ISDE Italia presenta alcuni principi fondamentali e ambiti prioritari nei quali chiediamo impegno concreto da parte delle future amministrazioni.

Principi fondanti

1. Pace
La pace è il presupposto per vita, salute, istruzione, equità, stabilità ecologica. Le amministrazioni locali possono promuoverla attraverso l’educazione alla pace e al rispetto dei diritti umani nelle scuole, aderendo a reti nazionali che diffondono questi valori.

2. Diritto alla salute

Garantire che tutti — compresi residenti permanenti o temporanei — abbiano uguale accesso a cure, prevenzione e servizi sanitari di qualità, senza disparità regionali o sociali. Il benessere psicofisico individuale è fondamento della salute della comunità.

3. Principio di precauzione

Quando esiste rischio di danni gravi o irreparabili, non si può attendere la certezza scientifica completa per agire. La tutela dell’ambiente e della salute deve essere priorità, anche se comporta costi, adeguamenti o limiti alle attività economiche.

4. Prevenzione primaria

Ridurre l’esposizione ai fattori nocivi prima che causino malattia: sostanze chimiche pericolose, inquinanti, condizioni ambientali sfavorevoli. Garantire prevenzione nei luoghi di lavoro e tra i gruppi vulnerabili (bambini, soggetti con patologie croniche, donne in gravidanza, anziani) con politiche di protezione ambientale e valutazioni di impatto sanitario integrate.

Ambiti di intervento prioritario

Energia

• Accelerare il passaggio da combustibili fossili a energie rinnovabili (solare, solare termico, eolico di piccola scala, moto ondoso).

• Evitare nuovi impianti fossili, centrali nucleari, grandi impianti a biomassa che possono nuocere alla salute e all’ambiente.

• Incentivare comunità energetiche rinnovabili: produzione diffusa, autogestita e sostenibile, con benefici per territori e cittadini.

• Collocare impianti solari su aree già antropizzate (aree industriali dismesse, megaparcheggi), proteggendo suolo agricolo e vincoli paesaggistici.

Gestione dei rifiuti

• Applicare le 5 “R”: riduzione, raccolta differenziata porta a porta, riciclo, riuso, riparazione.

• Promuovere filiere brevi, gestioni locali dei materiali post-utilizzo, al massimo livello di trasparenza e controllo.

• Evitare inceneritori e discariche come soluzioni principali; utilizzare trattamenti meccanici ove possibile, senza combustione nociva.

Acqua

• Rivedere e rinnovare le infrastrutture idriche, eliminare condotte pericolose (piombo, cemento-amianto), tutelare bacini idrici e falde.

• Promuovere gestione pubblica diretta o in consorzio, con trasparenza e partecipazione.

• Contrastare l’uso delle deroghe che permettono acque non pienamente conformi per uso umano.

Qualità dell’aria

• Implementare tecnologie e misure per ridurre emissioni da traffico, industrie, riscaldamento.

• Applicare limiti ambientali stringenti, in linea con le raccomandazioni OMS, anche anticipando le scadenze europee.

• Rafforzare monitoraggio ambientale locale, sensibilizzare la popolazione sui rischi, specialmente nei distretti con criticità ambientali.

Mobilità

• Incentivare trasporti pubblici efficienti, elettromobilità, mobilità dolce (piste ciclabili, percorsi pedonali, “piedibus” scolastici).

• Ridurre il traffico veicolare privato, migliorare la pianificazione urbana per avvicinare servizi alle residenze.

• Limitare l’espansione degli aeroporti; valutare ogni nuovo progetto infrastrutturale per il suo impatto ambientale e sanitario.

Agricoltura, zootecnia, disinfestazioni

• Favorire agricoltura biologica, pratiche agroecologiche, orti sociali; limitare allevamenti intensivi e pesticidi vicini a fonti d’acqua.

• Regolamentare e monitorare le disinfestazioni, privilegiando metodi a basso impatto.

• Rifiutare l’introduzione degli OGM e delle nuove tecniche genetiche finché non siano garantiti rigore scientifico e applicazione del principio di precauzione.

Aree verdi, paesaggio urbano

• Piantumazione di specie ad accrescimento rapido, tutela di alberi esistenti, creazione e recupero di parchi urbani.

• Reti verdi per mitigare cambiamenti climatici, migliorare la salute psicofisica, favorire biodiversità.

• Eliminare l’uso di erbicidi chimici nei parchi cittadini, promuovere gestione naturale del verde pubblico.

Ambiente di lavoro e rischio industriale

• Eliminare sostanze nocive, favorire la sostituzione con alternative sicure (secondo normativi Isde e REACH).

• Garantire zone di rispetto tra insediamenti potenzialmente pericolosi e aree abitate.

• Piano amianto regionale con obiettivo di rimozione totale nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro.

• Informazione preventiva e partecipata per le comunità interessate da attività industriali o emissioni.

Inquinamento luminoso

• Progettazione di illuminazione pubblica che riduca l’eccesso: luci dirette verso il suolo, uso di led con temperatura colore bassa (amber), intensità contenuta, sensori, spegnimenti programmati.

• Normative locali che regolamentino l’illuminazione pubblica e privata, zonizzazione, riserve di cielo buio.

• Campagne educative sui danni alla salute e agli ecosistemi; incentivi per soluzioni virtuose.

Campi elettromagnetici

• Norme comunali/regionali che limitino l’esposizione: scuole, aree densamente abitate.

• Piano nazionale accurato delle sorgenti di emissione, con monitoraggi trasparenti.

• Informazione pubblica su rischi, promozione di studi indipendenti su nuovi dispositivi e tecnologie.

LETTERA IN VERSIONE INTEGRALE