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Il 23 maggio il Presidente ISDE Italia, Roberto Romizi, ha scritto ai Sindaci di 18 comuni italiani nei quali, dopo solo quattro mesi, erano già stati violati i limiti annuali introdotti dalla Direttiva Europea 2881/2024 per il numero massimo (18) di superamenti delle medie giornaliere per PM10, PM2,5 e NO2. Questi limiti entreranno in vigore nel 2030, ma i cittadini di oggi devono avere lo stesso diritto dei cittadini del 2030 a respirare un’aria che non li faccia ammalare.

Il Sindaco del Comune di Padova, Sergio Giordani, ha risposto a ISDE Italia (come già ha fatto anche il comune di Milano). Di seguito ne riproponiamo il testo.

I dati che avevamo segnalato come ISDE per Padova sono i seguenti:

Padova ha già superato i limiti previsti dalla nuova Direttiva Europea per due dei tre gli inquinanti monitorati: PM10 e PM2,5.

A fine maggio i giorni di superamento dei limiti giornalieri registrati sono: 20 per il PM10, 55 per il PM2,5 quando la Direttiva indica come numero massimo quello di 18 giorni di superamento in un anno. Quindi la situazione del capoluogo veneto è sicuramente critica.

Per quanto riguarda il biossido di azoto, anche se non si sono verificati sinora un numero di superamenti del limite giornaliero stabilito dalla Direttiva europea (9 rispetto ai 18 massimi previsti per tutto l’anno), va comunque osservato che, nei primi cinque mesi del 2025 per questo inquinante è stato superato per 85 giorni su 151 il valore giornaliero raccomandato dall’OMS per tutelare la salute umana.

Apprezziamo la risposta del Comune di Padova alla nostra segnalazione. Si rileva un’attenzione diversa rispetto ad altri livello di governo, come la Regione Veneto, ad esempio, sta operando di concerto con la Regione Lombardia, la Regione Piemonte e il Ministro dei Trasporti per evitare il blocco della circolazione dei veicoli diesel euro 5 dal prossimo ottobre come previsto da un Decreto del 2023 per rispondere alle condanne da parte della Corte di Giustizia europea del nostro Paese per il reiterato mancato rispetto dei limiti previsti dalla precedente direttiva e dal decreto legislativo 155 del 2010.

E’ vero che le condizioni orografiche del Bacino Padono contribuiscano a rendere questa area del Paese quella dove si registra il più elevato inquinamento atmosferico fra i Paesi dell’Europa occidentale, ma questa situazione può essere affrontata in due modi: puntando a rinviare l’entrata in vigore dei limiti europei, facendo poco o niente per intervenire efficamente sulle fonti di inquinamento (ben note e chiaramente indicate ad esempio dal progetto Prepair), oppure raddoppiando gli sforzi per far sì che le indispensabili azioni – anche se impopolari – siano messe in campo fin da subito. Auspichiamo che il Comune di Padova si muova in questo secondo modo, non si appiattendosi sull’inerzia della Regione, avendo competenze specifiche per agire autonomamente con azioni concrete per ridurre l’inquinamento, prevenire morti premature e malattie che sono evitabili, se ha davvero a cuore la tutela della salute delle cittadine e dei cittadini che amministra.

Auspichiamo che la nostra azione di sensibilizzazione, come quella delle altre associazioni che operano a tutela dell’ambiente e della salute, siano di stimolo per gli amministratori locali di Padova per rafforzare ed estendere tutte le iniziative a favore della mobilità sostenibile (sviluppo delle infrastrutture di trasporto pubblico, della mobilità ciclabile e pedonale, della mobilità condivisa), di limitazione della mobilità privata più inquinante, di estensione delle zone 30 e delle strade scolastiche, nonché azioni rivolte a ridurre le fonti di emissioni di polveri sottili come i riscaldamenti domestici che utilizzano i combustibili fossili e ad estendere le aree verdi nell’ambiente cittadino.

Proprio su questo ultimo tema rileviamo che nel 2024 l’ Amministrazione Comunale ha portato a termine la cementificazione di ben 15 ettari di terreno agricolo per realizzare il polo logistico Alì, fortemente produttore di traffico e quindi di inquinamento atmosferico e che, sempre nel 2024, la Giunta Comunale ha deciso la realizzazione di un parcheggio in una zona del centro storico (ex caserma Prandina) fortemente carente di verde e destinata a parco da una legge speciale dello Stato e dal Piano Regolatore. Invitiamo il Sindaco a ripensare questa decisione, ripristinando la “destinazione a parco pubblico” dell’area dell’ex Caserma Prandina.

Ricordiamo inoltre come alla recente settantottesima Assemblea mondiale della sanità (OMS), gli Stati membri hanno approvato una tabella di marcia aggiornata per rafforzare la risposta sanitaria globale all’inquinamento atmosferico, riaffermando il loro impegno ad affrontare il principale rischio per la salute ambientale del mondo. La nuova strategia introduce l’obiettivo di una riduzione del 50% della mortalità da fonti antropogeniche di inquinamento atmosferico entro il 2040. La tabella di marcia fornisce una guida pratica alle autorità sanitarie per sostenere le politiche di aria pulita, rafforzare la capacità istituzionale e proteggere le popolazioni vulnerabili. Questa decisione segna un passo significativo verso l’aria più pulita, le comunità più sane e l’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.