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Maria Grazia Petronio, vicepresidente di ISDE Italia e coordinatrice della Campagna Nazionale per la Prevenzione dei Danni da Plastica per la Salute è stata intervistata dal TG3.

IL VIDEO

Bere da una bottiglietta usa e getta, guidare l’auto, dare il latte a un neonato con un biberon economico, comprare prodotti imballati. Tre quarti dell’inquinamento da plastica nel mondo deriva dai nostri comportamenti.Lo sanno da tempo gli scienziati. Con studi che attestano la presenza di micro e nanoplastiche ormai in ogni organo umano. Ma manca una consapevolezza diffusa dei rischi diretti che l’uso quotidiano della plastica può comportare per la nostra salute. Perciò l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente ISDE Italia ha deciso di scendere in campo, arruolando i propri colleghi.

Il decalogo per ridurre l’esposizione alla plastica

Sono già una quarantina gli ordini provinciali dei medici che hanno deciso di adoperarsi nella sensibilizzazione. 

Dieci semplici regole per suggerire come diminuire il contatto con queste sostanze. Prediligere dunque materiali naturali: nell’abbigliamento, nella biancheria da letto soprattutto dei più piccoli, nei giocattoli, nell’arredamento, nelle pulizie domestiche. Evitare l’usa e getta. Spostarsi il più possibile a piedi. Preferire il vetro per alimenti e bibite, e l’acqua del rubinetto. Attenzione poi ai cosmetici. E alle candele profumate: odori e fragranze, non sono altro anch’essi che composti chimici. 

I rischi per la salute

“L’assorbimento della plastica nel nostro organismo avviene attraverso tre modalità: ingestione, inalazione e contatto cutaneo – spiega Maria Grazia Petronio, vicepresidente Associazione  Medici per l’Ambiente ISDE Italia – ma la via principale è l’ingestione e l’acqua in bottiglia di plastica è una delle principali fonti”.

Nella catena polimerica della plastica è potenzialmente ogni singolo componente a far ammalare. “La presenza di plastica di per sé è un fattore irritante – aggiunge Petronio – che provoca un’infiammazione cronica”. Gli organi interessati possono essere l’intestino, i polmoni. Ma l’elenco della patologie allo studio è lungo. Tra gli effetti più pericolosi ci sono le interferenze endocrine, sui nostri ormoni. E solo il tempo purtroppo potrà dire quali conseguenze pagheranno i bimbi nati oggi, circondati dalla plastica.