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Una rete di associazioni triestine, fra cui ISDE, presenta delle proposte all’Amministrazione e lancia una lettera aperta

«Abbiamo letto con apprensione i risultati della ricerca che vede Trieste terza in Italia per isole di calore – dichiara Maurizio Ferluga di Triestebella – Per questo abbiamo deciso di attivarci per avanzare delle richieste al Comune affinché si inverta la rotta e si promuovano azioni di adattamento e mitigazione rispetto agli effetti del cambiamento climatico, che tanto incidono e incideranno sulla salute della cittadinanza e sulla qualità della vita urbana».

Così un gruppo di associazioni (Triestebella, Circolo Verdeazzurro Legambiente Trieste, Lipu Trieste, WWF FVG e ISDE-Medici per l’Ambiente FVG) ha annunciato a Trieste l’avvio di un percorso per formulare delle proposte da inviare all’Amministrazione comunale, in primis sul verde pubblico. Oltre alla manutenzione del verde esistente, le associazioni chiedono nuove aree verdi e giardini, con tanto di lista di piazze in cui si potrebbe togliere spazio al cemento: Largo Santos, Largo Sonnino, piazzale Valmaura, Piazza Perugino, Piazza Ponterosso. 

«Come evidenziato dalla ricercatrice Rita Nogherotto nell’intervista alla stampa locale, vi sono molte azioni da poter mettere in campo, in primis una progettazione urbana intelligente, con corridoi verdi –  proseguono i rappresentanti delle Associazioni -. Le temperature sempre più elevate e i fenomeni estremi, sia di siccità che di precipitazioni intense che provocano alluvioni urbane, sono sempre più frequenti e impattanti, rendendoli temi molto sentiti dalla cittadinanza, che ne è colpita direttamente. A tal fine è importante avere una conoscenza dettagliata delle isole di calore esistenti: l’Amministrazione potrebbe come primo passo promuoverne la mappatura, insieme agli istituti scientifici del nostro territorio». 

A sostegno del documento di proposte inviato ad assessori e consiglieri, è stata contestualmente lanciata anche una lettera aperta alla società civile: «Ci sono tante realtà, comitati e associazioni, che si battono per una città più verde e vivibile. La lettera aperta è un invito quindi a unire le forze e a ragionare insieme su delle proposte concrete e urgenti che l’Amministrazione comunale possa portare avanti. Si tratta di una questione di salute pubblica e giustizia climatica non più rimandabile», aggiunge il Dott. Mario Canciani, Presidente ISDE-Medici per l’Ambiente FVG. 

«Oltre alla richiesta di porre un freno al consumo di suolo e alla cementificazione, prevedendo invece nuovo verde urbano, è prioritario attivare immediatamente un sistema di monitoraggio, gestione e controllo del territorio per salvaguardare il patrimonio arboreo esistente ancora produttivo da un punto di vista ecosistemico – conclude Renato La Rosa del Circolo Verdeazzurro Legambiente Trieste -.  C’è un’ampia letteratura scientifica che evidenzia come il verde urbano vada considerato come una vera e propria infrastruttura di servizi ecosistemici di vario tipo, che deve essere progettata e gestita per essere produttiva al massimo grado. Non si può improvvisare intervenendo qui e là quando si presenta un problema, ma bisogna avere un piano di gestione derivante dall’esatta conoscenza delle esigenze per garantire il benessere del patrimonio e la sua massima durata, così come si dovrebbe fare per ogni altra infrastruttura».

La lettera aperta si può firmare qui: https://forms.gle/AAcjaFHNgP52JJcM7