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L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE) esprime forte preoccupazione per la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo passo avrà ripercussioni drammatiche sulla salute pubblica e sulla tutela ambientale a livello globale, mettendo a rischio la capacità collettiva di prevenire e affrontare emergenze sanitarie ed ecologiche e amplificando il rischio sanitario ovunque ma soprattutto nelle aree più svantaggiate.

ISDE si unisce alla comunità scientifica internazionale nel condannare questa scelta irresponsabile e scongiura categoricamente l’adozione di misure analoghe in Italia, dove il sostegno all’OMS deve rimanere saldo e garantire tutela della salute pubblica e ambientale.

Fondata nel 1948, l’OMS ha sempre avuto un ruolo cruciale nella prevenzione e gestione delle malattie infettive, nel rafforzamento dei sistemi sanitari e nel coordinamento di risposte efficaci alle emergenze sanitarie, incluse le pandemie. Negli ultimi anni, l’organizzazione ha inoltre integrato la salute ambientale nelle proprie strategie, riconoscendo il nesso inscindibile tra inquinamento, cambiamenti climatici e benessere umano e intervenendo fortemente nelle campagne di prevenzione primaria anche delle malattie non comunicabili.

Gli Stati Uniti, membri fondatori e uno dei principali finanziatori dell’OMS, hanno dato un contributo determinante in termini di risorse economiche, competenze scientifiche e cooperazione internazionale. Il loro ritiro non solo compromette il funzionamento dell’organizzazione, ma rischia di ostacolare programmi di collaborazione essenziali per la protezione della salute pubblica e ambientale, lasciando scoperti settori chiave. 

Impatto ambientale e sanitario: una crisi intrecciata

L’inquinamento atmosferico, idrico e degli alimenti, la diffusione di malattie zoonotiche e gli effetti del cambiamento climatico sono emergenze sanitarie globali che richiedono risposte coordinate e fondate su evidenze scientifiche. L’OMS guida gli sforzi internazionali per mitigare tali minacce, fornendo linee guida e supporto ai governi.

L’uscita degli Stati Uniti comporta un taglio significativo di risorse, con ripercussioni sui programmi di:

  • Prevenzione e controllo delle malattie infettive (vaccinazioni, monitoraggio epidemiologico);
  • Riduzione dell’impatto ambientale sulla salute (qualità dell’aria, gestione delle risorse idriche, protezione della biodiversità, salubrità alimentare);
  • Risposta alle emergenze sanitarie locali e globali, inclusi eventi climatici estremi, crisi ambientali e sostegno a popolazioni vittime di guerre e calamità naturali.

Nel biennio 2022-2023, gli Stati Uniti hanno contribuito con 1,3 miliardi di dollari, pari al 16,3% del budget OMS. Per il 2024-2025, il contributo previsto era di 958 milioni di dollari (14,7% del budget). La perdita di questi fondi riduce la capacità dell’OMS di intervenire nelle crisi sanitarie ed ambientali, mettendo a rischio milioni di vite.

L’OMS ha recentemente avviato la più grande riforma della sua storia, migliorando la trasparenza e l’efficacia delle operazioni globali. In un’epoca in cui la salute umana e la crisi ambientale sono interconnesse come mai prima, indebolire l’OMS significa compromettere la capacità del mondo di rispondere a sfide che non conoscono confini e che hanno purtroppo rilevanza crescente.

ISDE chiede inoltre al Governo di prendere posizione chiara e netta a favore dell’OMS, garantendo un sostegno continuativo e rafforzato all’organizzazione, senza cedere a pressioni politiche o ideologiche che potrebbero compromettere la salute pubblica e la protezione ambientale del nostro Paese.

ISDE continuerà a monitorare la situazione e a lavorare con le istituzioni nazionali e internazionali per garantire che la salute pubblica e la tutela ambientale restino priorità globali.