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La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) ha lanciato un appello pubblico alla FNOMCeO per chiedere la chiusura immediata dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), denunciandone la natura patogena e incompatibile con il diritto alla salute e con i principi costituzionali e deontologici della professione medica.

L’International Society of Doctors for the Environment (ISDE – Medici per l’Ambiente) sostiene con convinzione questo appello, nella piena coerenza con il proprio impegno per una medicina che tuteli la salute umana in tutte le sue dimensioni, incluse quelle ambientali, sociali e civili.

I CPR sono luoghi di detenzione amministrativa che, secondo documentazione autorevole e dati consolidati, generano sofferenza psico-fisica, aggravano condizioni di marginalità e violano i diritti fondamentali della persona. In quanto medici e operatori sanitari, riteniamo che nessuno possa essere privato della dignità e del diritto alle cure, e che i luoghi della cura non possano coincidere con quelli della reclusione, della paura e dell’abbandono.

Come ISDE ribadiamo che la tutela della salute, sancita dall’articolo 32 della Costituzione, non può essere condizionata dallo status giuridico o amministrativo delle persone. Per questo ci uniamo alla richiesta della SIMM affinché la FNOMCeO assuma una posizione netta: no all’utilizzo di personale sanitario nei CPR e stop alla detenzione amministrativa, incompatibile con l’etica della professione medica e con i principi fondamentali del nostro ordinamento democratico.