Nell’ambito delle iniziative di promozione dell’educazione civica e ambientale, all’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 era stato stilato un Accordo di Collaborazione tra l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, l’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Culture, Politica e Società), l’Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia, Greenpeace Italia e l’Associazione per i Diritti dei Cittadini – ADiC TOSCANA per la volontà condivisa di offrire alle scuole percorsi educativi integrati, capaci di coniugare consapevolezza, partecipazione attiva e cittadinanza responsabile.
L’Accordo si è concretizzato nel progetto “Educazione alla Democrazia Ecologica: da Consapevolezza a Partecipazione Attiva”, che ha coinvolto alcune istituzioni scolastiche toscane in una fase pilota. Il progetto ha previsto attività interdisciplinari, laboratori, incontri con esperti e momenti di confronto, offrendo agli studenti strumenti per esplorare i temi della sostenibilità ambientale, con un focus sull’inquinamento da PFAS e sul ruolo delle comunità educanti nel promuovere reti di monitoraggio civico.
A conclusione di questa prima fase, si è tenuto un convegno il 9 maggio 2025 – al quale hanno partecipato 44 gli Istituti scolastici con circa 1.500 studenti – che ha costituito l’occasione per raccogliere riflessioni, contributi e proposte emerse durante il percorso. Il convegno del 9 maggio 2025, ha coinvolto studenti, docenti, esperti, rappresentanti istituzionali e realtà del terzo settore in un confronto sui temi dell’ambiente, della giustizia ecologica e della cittadinanza attiva, con particolare attenzione all’inquinamento da PFAS, sostanze perfluoroalchiliche, note anche come “inquinanti eterni”, e il loro impatto sulla salute e sull’ambiente.
I componenti del Comitato tecnico dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana hanno illustrato le tre fasi del percorso su cui si costruisce il progetto: sensibilizzazione, empowerment, partecipazione attiva. Un modello progettato per garantire inclusività, scalabilità e accessibilità, rivolto a tutte le istituzioni scolastiche.
In particolare, nell’anno scolastico 2024-25 è stato avviato un primo ciclo di alfabetizzazione ambientale con alcune scuole pilota: Istituto Caselli, plesso Monna Agnese (indirizzo Tecnico), a Siena e Istituto Zaccagna-Galilei (indirizzo Tecnico Tecnologico) e il Liceo Artistico Gentileschi, a Carrara.
Il Dirigente Scolastico dell’Istituto di Istruzione Superiore Caselli, prof. Luca Guerranti, ha sottolineato l’importanza di considerare la tematica dell’educazione ambientale e dei PFAS una risorsa educativa da adattare flessibilmente ai differenti indirizzi e ai differenti livelli di scuola. In questa prospettiva, la collaborazione tra studenti con competenze e punti di vista differenti diventa occasione concreta per costruire progetti comuni di cittadinanza attiva, affrontando insieme tematiche sociali, ambientali e culturali.
Un esempio significativo e concreto di questa prospettiva è rappresentato dal percorso realizzato al plesso Monna Agnese, dove le docenti Lidia Sugherini e Ediziana Rubeo, entusiaste della partecipazione attiva dei propri studenti al percorso di alfabetizzazione della prima fase del progetto, hanno promosso un modulo laboratoriale di Citizen Science. Il modulo, proposto all’Università di Siena, prevede campionamenti ambientali, analisi chimiche e ricerca di strategie di mitigazione sui PFAS, in particolare. La proposta ha subito ottenuto l’approvazione e il sostegno del prof. Federico Rossi dell’Università di Siena, il quale ha espresso la volontà di rafforzare la collaborazione con l’istituzione scolastica.
Di particolare rilievo la presentazione di un video-documentario realizzato dagli studenti della classe 2B dell’Istituto Tecnico di Siena: si tratta di interviste a cittadini di varie età e provenienze che evidenziano il livello ancora basso di consapevolezza sui PFAS. Il video illustra con un linguaggio chiaro e accessibile che cosa sono i PFAS e dove si trovano, i loro effetti sulla salute e sull’ambiente, la diffusione sul territorio italiano (con focus su Veneto, Piemonte e Toscana), il ruolo della ricerca scientifica nell’individuazione di alternative sostenibili, la responsabilità collettiva e l’importanza del coinvolgimento attivo di cittadini, istituzioni e imprese.
Il Dirigente scolastico del Liceo Artistico Gentileschi di Carrara, prof.ssa Ilaria Zolesi, ha evidenziato come il progetto abbia generato consapevolezza duratura negli studenti ma anche nella comunità locale, trasformando la scuola in un laboratorio vivo di cittadinanza attiva.
Nel suo intervento, la docente Lucia Vatteroni ha sottolineato l’efficacia di un approccio integrato arte-scienza per la formazione di cittadini critici e creativi: ogni elaborato realizzato dagli studenti dimostra come l’arte, attivando la dimensione emotiva, possa rendere accessibili e memorabili contenuti scientifici complessi. La classe 3C del Liceo Artistico ha presentato tre manifesti grafici sul tema dell’inquinamento da PFAS, frutto di un percorso di riflessione e ricerca.

Primo Poster – “essenziale e minimalista”
Un’immagine evocativa: il pianeta Terra in una padella antiaderente. La scelta dell’oggetto è simbolica: tra i prodotti di uso quotidiano più direttamente associati ai PFAS. L’essenzialità grafica, la palette cromatica ispirata ai colori del pianeta e l’ombra stilizzata in “silhouette” comunicano in modo immediato l’ambivalenza di queste sostanze – tra utilità e pericolo – evidenziata anche dal bordo bicolore del manifesto.

Secondo Poster – “esplicativo e informativo”
Il messaggio è più diretto: la formula chimica dei PFAS domina la scena, circondata da immagini di oggetti d’uso quotidiano – cosmetici, contenitori alimentari, articoli per l’igiene. Una composizione a metà tra infografica e manifesto di denuncia, pensata per rendere visibile l’invisibile e stimolare una presa di coscienza.

Terzo Poster – “struttura dei PFAS e loro uso”
Il manifesto utilizza una grafica semplice e immediata con l’obiettivo di educare e sensibilizzare anche i più piccoli. Ci si addentra, così, nei principali ambiti di presenza e impatto dei PFAS attraverso cinque sezioni colorate: Celeste per la produzione industriale; Rosso per la contaminazione delle acque; Verde per gli oggetti di uso comune; Lilla per gli effetti sulla salute; Giallo per la cittadinanza attiva.
Durante il convegno, i rappresentanti delle istituzioni partner di progetto hanno offerto preziosi contributi per approfondire il tema dei PFAS da diverse prospettive, integrando competenze scientifiche, approcci accademici e pratiche di cittadinanza attiva.
Roberta Bosco – ISDE (Medici per l’Ambiente) – ha evidenziato l’impegno costante delle associazioni medico-scientifiche nella sensibilizzazione sui rischi sanitari legati all’esposizione ai PFAS. Queste sostanze, ha ricordato, si comportano come interferenti endocrini e presentano effetti bioaccumulativi, con conseguenze potenzialmente gravi per la salute umana.
Vittorio Martone ed Eleonora Bechis – Università di Torino – hanno proposto un focus sul concetto di democrazia ecologica, intesa come diritto – soprattutto delle nuove generazioni – a essere informati e coinvolti nei processi decisionali ambientali. Martone e Bechis hanno riconosciuto agli studenti un ruolo intraprendente e significativo: il lavoro svolto nelle classi sul tema dei PFAS rappresenta un esempio concreto di cittadinanza attiva, da valorizzare e replicare in altri contesti. È stato particolarmente apprezzato l’approccio etnografico adottato nella realizzazione del video, ovvero lo studio approfondito delle persone e delle loro conoscenze attraverso interviste e ricerche sul campo, che hanno evidenziato anche il relativo contesto sociale e culturale: tale approccio ha permesso di creare connessioni profonde tra il sapere scientifico e la comunità, promuovendo consapevolezza e partecipazione.
Marco Soprano e Federica Del Carlo – Greenpeace – hanno sottolineato l’importanza dell’advocacy ambientale (le azioni di sostegno e promozione di idee e cause a favore dell’ambiente) come leva strategica per influenzare politiche pubbliche e normative. Sono stati illustrati casi di mobilitazione civica, tra cui quello del Veneto, dove l’attivismo dei cittadini ha contribuito all’adozione di interventi regolatori sui PFAS. Particolarmente interessante l’uso dei FOIA (Freedom Of Information Act) come strumento per ottenere trasparenza e accesso ai dati ambientali, evidenziando il loro potenziale educativo anche in ambito scolastico, come strumento formativo di cittadinanza e controllo democratico.
Call for interest alle scuole
Richiesta di Manifestazione di interesse a partecipare al progetto per l’anno scolastico 2025/2026 al seguente link:
https://forms.gle/iRqH4N3RrqJ82D2r5
La manifestazione di interesse non è vincolante e le scuole potranno prendersi il tempo necessario per eventualmente decidere di aggiornare il proprio PTOF entro ottobre 2026, includendo il progetto di educazione civica il cui principale intento è radicare coscienza critica e impegno attivo sui temi ambientali. Per le scuole interessate è previsto un webinar di presentazione del progetto a inizio anno scolastico 2025/2026. Per ulteriori informazioni e chiarimenti è possibile rivolgersi ai referenti, i cui contatti sono reperibili in fondo alla pagina.