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Il Fatto quotidiano ha pubblicato l’articolo “Attenzione alle padelle antiaderenti, basta un piccolo graffio per rilasciare sostanze tossiche: si rischiano disturbi ormonali, danni al fegato e tumori”. L’allarme dei medici riprendendo l’allarme lanciato da ISDE Italia.


“Che sarà mai la presenza di un piccolo graffio sulla padella antiaderente? In fondo, il suo dovere continua a farlo, quello di friggere pietanze di vario tipo, rendendole così ben più appetitose. In realtà quel piccolo graffio non è per nulla da sottovalutare. Lo rivela uno studio della Flinders University e della University of Newcastle in Australia che indica un potenziale rischio legato all’uso di padelle antiaderenti rivestite in Teflon, anche di fronte a un singolo graffio sulla superficie. Secondo i ricercatori, già a queste condizioni la padella potrebbe rilasciare milioni di particelle di microplastica nel cibo, con possibili conseguenze sulla salute a lungo termine.

“Come medici di ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente, ci occupiamo da anni dell’impatto dei PFAS sulla salute umana. Queste sostanze sono legate a disturbi ormonali, danni al fegato, problemi al sistema immunitario e persino a un aumento del rischio di alcuni tumori – spiegano al FattoQuotidiano.it -. Eppure, continuiamo a trovarle ovunque: nell’acqua che beviamo, negli alimenti, nei tessuti e, come dimostra questa ricerca, anche nei materiali che usiamo in cucina”. Possibile però che di fronte a tutti questi potenziali rischi non si faccia ancora niente di concreto? “Il problema non è solo scientifico, ma politico e sociale – continuano gli esperti dell’ISDE -. Da tempo chiediamo una regolamentazione più severa, perché non possiamo più esporre le persone a un rischio evitabile. È necessario eliminare i PFAS dai prodotti di uso quotidiano e promuovere alternative più sicure. Nel frattempo, è fondamentale informare i cittadini: evitare padelle rovinate, scegliere materiali privi di PFAS e pretendere trasparenza su ciò che entra nelle nostre case. Questa ricerca ci ricorda che l’inquinamento non è sempre visibile, ma può essere presente nei gesti più comuni della nostra quotidianità. E proprio per questo, come medici, non possiamo smettere di parlarne e di chiedere un cambiamento. Perché proteggere l’ambiente significa proteggere la salute di tutti noi”.